Assumere un approccio etico nei confronti dell’Intelligenza artificiale: è l’impegno che Chuck Robbins, Chair e Chief Executive Officer di Cisco — l’azienda multinazionale statunitense specializzata nella fornitura di apparati di networking — ha assicurato al Papa durante l’udienza di stamane nell’Auletta dell’Aula Paolo vi. Subito dopo, a Palazzo Cesi, Robbins ha sottoscritto ufficialmente la Rome Call for ai Ethics, il documento promosso dalla Pontificia Accademia per la vita e dalla Fondazione RenAIssance con l’intento di sollecitare organizzazioni internazionali, governi, istituzioni e settore privato al rispetto della dignità di ogni uomo e della casa comune nell’uso delle nuove tecnologie. Sottolineando questo aspetto il presidente dei due organismi promotori, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, ha ricordato che Cisco «riveste un ruolo cruciale come partner tecnologico per l’adozione e l’implementazione dell’Intelligenza artificiale, offrendo competenze per l’infrastruttura, la sicurezza e la protezione dei dati e dei sistemi». Alla cerimonia hanno partecipato anche Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia, e padre Paolo Benanti, ordinario di etica delle tecnologie alla Pontificia Università Gregoriana, direttore scientifico della Fondazione e membro dell’Advisory Body on Artificial Intelligence delle Nazioni Unite. Il francescano del Terz’ordine regolare ha ricordato che le capacità dell’Intelligenza artificiale «stanno rapidamente avanzando e stanno trasformando molti settori». Per questo «è necessario agire in più direzioni: sviluppare data set di grandi dimensioni, di alta qualità e imparziali per addestrare i modelli dell’Intelligenza artificiale; dare accesso alle infrastrutture informatiche; costruire competenze dell’Intelligenza artificiale».
Il documento è già stato sottoscritto da player tecnologici internazionali quali Microsoft e Ibm, da istituzioni come Fao, da atenei del mondo, da aziende e da privati e da rappresentanti religiosi.