Un missionario instancabile. Così era conosciuto padre Matteo Pettinari, religioso italiano originario di Monte San Vito, della diocesi di Senigallia, e appartenente all’istituto missioni della Consolata, morto lo scorso 18 aprile in un incidente stradale a Niakara, città dell’area centro-nord della Costa d’Avorio. Nel Paese africano padre Matteo prestava servizio da 13 anni. Il decesso è avvenuto in un violento scontro tra l’automobile che lui guidava e un autobus di linea.
Venerdì 19 aprile, una nota della curia generale dei missionari della Consolata ha annunciato la morte del confratello: «In comunione fraterna, preghiamo il Signore per il suo riposo eterno e che, per intercessione della Madonna della Consolata, conceda a noi e alla sua famiglia consolazione e pace», si legge nel testo firmato dal superiore generale padre James Bhola Lengarin e dal segretario padre Pedro Louro.
Domenica 21 aprile, nel corso del Regina Caeli, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero a padre Matteo conosciuto «come il missionario instancabile che ha lasciato una grande testimonianza di generoso servizio».
Padre Pettinari aveva 17 anni di professione religiosa e 13 di sacerdozio. Ha trascorso la maggior parte della sua vita missionaria in Costa d’Avorio, in particolare a Sogo, San Pedro e Dianra Village. Dal 2022 al 2024 è stato superiore delegato dei missionari della Consolata in Costa d’Avorio, con sede a Dianra, dove ha contribuito in modo determinante alla costruzione di una chiesa, utilizzando materiali locali e con la partecipazione della popolazione locale.
La chiesa parrocchiale di san Joseph Mukasa di Dianra Village si trova nella diocesi di Odienné, nel nord del Paese dell’Africa occidentale. Completata nel 2019 dopo tre anni di lavori, la costruzione di questo luogo di culto fa parte del progetto “Pietra rossa”. «Se qualcosa deve parlare di Dio, allora deve parlare il linguaggio di Dio, che è la comunione», aveva detto padre Pettinari all’architetto a capo del progetto di costruzione della chiesa, Daniela Giuliani. Lo raccontava lei stessa in una intervista del febbraio 2023 a «L’Osservatore Romano». Parole di incoraggiamento, quelle del religioso, che sono state di grande ispirazione per l’architetto, che proviene dalla sua stessa diocesi: «Padre Matteo mi ha insegnato la via della Chiesa».
Nel 2022, Pettinari aveva collaborato con «Vatican News» al progetto di sensibilizzazione per la vaccinazione contro il covid-19, effettuata in due Paesi: la Costa d’Avorio e la Repubblica Centrafricana. Lo ricorda anche don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm: «È stato un colpo al cuore, davvero un dolore profondissimo, lancinante. Padre Matteo Pettinari era veramente un amico, è un uomo di Dio. Stava spendendo tutta la sua vita per i più poveri in Costa d’Avorio, a Dianra, dove lui aveva la parrocchia. Ricordo quando diceva: “i problemi sono mille, ma le soluzioni sono milleuno”. Dobbiamo credere — ha aggiunto don Carraro — che le difficoltà non ci possono fermare e che costruire, migliorare certe situazioni è più forte della distruzione e di ciò che non funziona. Questa positività della vita traspariva dal suo spendersi giorno e notte. Era un disordinato lui, ma il suo cuore traboccava. Diceva di sì a tutti e si spendeva». Il direttore di Medici con l’Africa Cuamm era molto colpito dalla «sua generosità tipica dei missionari che credono più in Dio che non nelle difficoltà. Davvero ho un dolore grande dentro — dice — pensando al bene che faceva e che avrebbe potuto fare. Adesso lo farà in maniera diversa dal Paradiso. Sono sicuro — conclude — che il Padre buono lo sta abbracciando, come lui abbracciava i tanti poveri che incontrava ogni giorno nel suo lavoro».
di Paolo Ondarza