· Città del Vaticano ·

Presentato l’incontro del Papa con nonni, anziani e nipoti

La carezza e il sorriso

 La carezza e il sorriso  QUO-092
22 aprile 2024

Idealmente gli anziani sono come l’ultimo piano di un palazzo in cui si raccolgono quattro generazioni contemporaneamente e del quale nessuno, fino alla pandemia da Covid-19, si era accorto. Ha utilizzato questa metafora l’arcivescovo presidente della Pontificia Accademia per la vita Vincenzo Paglia, presentando stamane, nella Sala stampa della Santa Sede — attualmente in via dell’Ospedale — l’appuntamento “La carezza e il sorriso”, l’incontro di Papa Francesco con nonni, anziani e nipoti in programma nell’Aula Paolo vi sabato prossimo, 27 aprile.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione “Età Grande”, si inscrive nelle attuali circostanze storiche in cui per la prima volta convivono — non solo in Italia, ma anche in tanti Paesi — quattro generazioni insieme. Da qui la metafora del “quarto piano”: un “piano” che in questi ultimi anni si è riempito di innumerevoli inquilini. Purtroppo, ha evidenziato il presule, tutti se ne sono accorti amaramente durante la pandemia, perché quello degli anziani è stato il “piano” più falcidiato. In Italia, ha spiegato l’arcivescovo presidente, questo “quarto piano” è composto da 14 milioni di persone, verso le quali non c’è pensiero, né economico né sanitario, tantomeno culturale. Oggi, del resto, c’è perfino paura a usare la parola “vecchio”. L’incontro con il Papa può significare allora un cambio di passo all’interno della cultura e della società, ma anche dell’economia e della religione.

Paglia ha fatto notare che in Italia, con la legge 33/2023 sulla riforma e la non autosufficienza, ci si è impegnati a riorganizzare radicalmente e completamente l’assistenza agli anziani. Ma prima ancora di parlare di risorse finanziare, secondo il presule, serve una visione, quella che l’appuntamento di sabato prossimo può offrire: riconoscere che la vecchiaia è una grande età, non è un peso, ma una risorsa; non è uno scarto, ma è legata a tutte le altre età della vita.

Ritornando alla metafora del palazzo a 4 piani, l’arcivescovo ha osservato che se non vi sono scale né ascensori, esiste un evidente problema di incomunicabilità tra le generazioni. E ciò ha conseguenze drammatiche, non ultima quella dell’inverno demografico. Il presidente della Pontificia Accademia ha fatto notare che tra nonni e nipoti c’è una sintonia particolare, una complicità, perché vi è una significativa dimensione affettiva. Ha poi confidato di essere rimasto impressionato dal fatto che, in base a un calcolo, il tempo speso dai nonni con i nipoti varrebbe quanto una “finanziaria”. Se i primi non ci fossero, dunque, vi sarebbe un problema non solo affettivo e intergenerazionale ma economico, tenendo conto che in Italia quanto gli anziani offrono direttamente alle realtà familiari varrebbe circa 38 miliardi. Ciò mostra come sia ingiusto, quindi, parlarne in termini di “scarto”, perché essi sostengono il Paese. In tal senso, ha concluso, l’evento con il Papa può favorire un vero e proprio vento di primavera in grado di cambiare rotta anche all’emergenza demografica.

Da parte sua, Mario Marazziti, della Comunità di Sant’Egidio, ha ricordato l’attività della Fondazione “Età Grande”, promotrice dell’iniziativa, mirante a comunicare un messaggio di speranza al mondo. La Fondazione infatti lavora affinché l’intero universo degli anziani non venga più classificato secondo l’ottica dello “scarto” ma sia considerato secondo la sua capacità di resilienza anche alla luce della crisi del welfare. Marazziti ha fatto riferimento ad alcune svolte normative avvenute in Italia ma che hanno inciso nel mondo occidentale: la legge 517 del 1997 che ha abolito le classi speciali per gli alunni svantaggiati, ovvero con disabilità; la 180/78 (legge Basaglia) per la chiusura dei manicomi; la legge 833/78 che ha costituito il servizio sanitario nazionale come diritto universale alla salute; la 149/01 per il superamento degli orfanotrofi. Si tratta, ha spiegato, di rivoluzioni culturali partite da questo Paese e diffuse anche in altri contesti sociali e culturali.

Infine ha preso la parola l’attore Lino Banfi, 88 anni tra qualche mese, definito “nonno” d’Italia, che sarà tra i protagonisti dell’incontro con il Papa. «La mia amicizia con lui — ha detto — si sta fortificando. Abbiamo la stessa età e molte affinità».