· Città del Vaticano ·

Intervento dell’arcivescovo Gallagher alla Giornata del diritto a Pescara

La mediazione come strumento di comunione
per una pace giusta

 La mediazione come strumento di comunione per una pace giusta  QUO-091
20 aprile 2024

La mediazione della Santa Sede nell’attuale conflitto in Ucraina e per la promozione di una pace giusta: questo l’esempio citato, ieri pomeriggio, dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, intervenuto a “La Giornata del diritto”, organizzata a Pescara dall’arcidiocesi locale, insieme al Tribunale ecclesiastico, l’Unione dei giuristi cattolici e l’Associazione canonista diocesana.

Nel suo discorso, intitolato “Santa Sede e diritto internazionale”, monsignor Gallagher ha ribadito, in primo luogo, che la Santa Sede è una «paladina qualificata del primato della pace nel consesso degli Stati e di soluzioni negoziali nel caso di controversie internazionali». Essa, infatti, porta avanti «dialogo proattivo» con il mondo, «al fine di cooperare alla promozione integrale dell’uomo». Nessuna «visione di parte» insomma, ha sottolineato l’arcivescovo, quanto piuttosto il sostegno alla «convivenza frutto di giusti rapporti, al rispetto dei diritti e norme internazionali, alla tutela dei diritti umani fondamentali, a iniziare da quelli degli ultimi, i più vulnerabili».

Questo perché, ha continuato il segretario per i Rapporti con gli Stati, «alla Chiesa sta a cuore l’uomo e la sua comunità», un’attenzione che «si coniuga con la caratteristica della sua neutralità» e che si concretizza in interventi dalla «consolidata connotazione umanitaria» nei confronti soprattutto dei «civili inermi e delle persone più fragili». Al contempo, ha evidenziato l’arcivescovo, la Santa Sede è «un soggetto di diritto internazionale», con compiti di mediazione specifici e funzioni peculiari di negoziato tra Stati, finalizzati alla «difesa dell’umanità».

Monsignor Gallagher ha quindi citato due esempi di mediazione portati avanti dalla Santa Sede nel corso degli anni: il primo riguarda le tensioni tra Argentina e Cile relativamente al Canale di Beagle. Una controversia sorta per la determinazione della “vera” uscita del canale e che ha rischiato di degenerare in uno scontro militare tra i due Paesi. Ma grazie all’intervento mediatore della Santa Sede, nel 1984 sotto il Pontificato di Giovanni Paolo ii, Argentina e Cile hanno sottoscritto, in Vaticano, un “Trattato di pace e di amicizia”. Un esempio, ha spiegato l’arcivescovo, «da seguire e imitare» perché ha visto due Paesi rinunciare all’uso della forza, impegnarsi a rispettare il diritto internazionale e a promuovere la cooperazione bilaterale.

Il secondo esempio citato dall’arcivescovo è invece più recente e riguarda il conflitto in Ucraina, esploso il 24 febbraio 2022. Una guerra, ha detto il presule, di fronte alla quale «la Santa Sede non è rimasta inoperosa»: tanti, infatti, i tentativi di dialogo tra le parti messi in atto, oltre ai «numerosissimi appelli pubblici del Pontefice con un richiamo forte e deciso a una pace giusta». Tra le varie azioni umanitarie avviate, monsignor Gallagher ha citato quella «tesa a favorire il ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie». «Tanti di loro — ha detto —, non solo quelli che vivevano nel proprio nucleo famigliare e con i propri tutori, ma anche gli orfani e i minori privi di cure parentali, dopo l’aggressione sono stati dislocati in aree della Federazione Russa e affidati ad altre famiglie, alloggiati in centri di assistenza sociale e orfanotrofi, o sistemati in centri di formazione poco adatti alla loro permanenza. Altri minori sono stati raccolti dalle autorità russe nelle operazioni di controllo delle zone ucraine sulle quali estendevano le proprie forze».

Portata avanti dal cardinale Matteo Zuppi, in qualità di Inviato speciale del Papa, tale iniziativa ha visto due fasi: nella prima, «è avvenuto lo scambio della lista dei minori segnalati»; nella seconda, quella attuale, sono stati costituiti «gruppi stabili di lavoro» che hanno avviato «uno scambio regolare di informazioni». Nonostante le difficoltà non manchino, ha sottolineato l’arcivescovo — a causa della «complessità da ambo le parti di fornire informazioni precise sui minori e i numeri ancora esigui di rimpatri» — l’auspicio della Santa Sede è che «le procedure di rimpatrio siano accelerate e che cresca la fiducia tra le parti coinvolte». Anche perché, ha aggiunto monsignor Gallagher, la complessità della realtà «non deve essere una scusa per limitarsi ad assistere agli eventi». Anzi, ha concluso il presule, «l’indicazione di metodo» offerta da Papa Francesco ai rappresentanti pontifici è ben specifica: «Non siete intermediari, piuttosto siete mediatori, che con la mediazione fate la comunione».