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19 aprile 2024
Ogni epoca ha avuto il suo Graal. In Robert de Boron è il calice dell’Ultima Cena che smaschera i peccatori. In Wolfram von Eschenbach è una pietra magica che anticipa il banchetto del regno dei cieli. Il Lohengrin e il Parsifal di Wagner riuscirono persino a ispirare i nazisti avidi di mito inducendoli ad andare a cercare la sacra coppa nei Pirenei. È una storia lunga ottocento anni, ed è una storia intrigante e affascinante: la ripercorre, con competenza e stile brioso, Matthias Egeler in Il Santo Graal. Storia del calice di Cristo da Artù a Indiana Jones (Bologna, il Mulino, 2024, pagine 131, euro 15, traduzione di Carla Salvaterra). L’autore (insegna nell’Istituto di Filologia norrena della Ludwig-Maximilians-Universitat di Monaco) spiega che i più antichi riferimenti al Graal appartengono ...
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