Rola era nata in Iraq ed aveva solo 7 anni: una vita troppo breve per parlarne al passato. La piccola è morta annegata lo scorso 3 marzo, quando il barcone di migranti che trasportava lei e la sua famiglia si è capovolto nel Canale della Manica. Anche Yasser era giovane, aveva 20 anni ed era originario del Sudan. Anche lui aveva intrapreso un “viaggio della speranza” verso la Gran Bretagna. Ma anche lui è morto, mentre cercava di salire su un camion diretto al di là della Manica. Lo stesso tragico destino ha colpito Behzad, iraniano di 32 anni: il suo corpo senza vita è stato portato a riva dal mare nel 2020 ed è stato possibile identificarlo solo grazie a una banconota accuratamente avvolta in una busta di plastica. Era partito da solo su una barchetta, remando alla disperata per raggiungere la terra ferma.
Rola, Yasse, Behzad: i loro nomi sono solo un esempio del dramma costante delle migrazioni. Oggi le loro spoglie riposano nel cimitero francese di Calais, dove è stato allestita una zona apposita per i tanti migranti partiti dall’Africa o dal Medio Oriente e annegati nella Manica. La tomba di Rola è ricoperta di fiori e accanto alla lapide una mano gentile ha deposto un orsacchiotto di peluche, quasi ad accompagnare il sonno eterno della piccola.
Ma spesso a Calais le tombe dei migranti non sono altro che semplici tumuli di terra, sormontati da una placca di metallo riportante un nome e una data. Dettagli sui quali si abbatte il logorio del tempo, che appiattisce i tumuli fino a farli confondere con il terreno e cancella ogni traccia di chi non c’è più. Per questo, dal 2022, l’organizzazione Secours catholique – Caritas Francia, insieme ad altri organismi di volontariato, si impegna a dare degna sepoltura ai migranti defunti, mantenendo contatti anche con le loro famiglie di origine e aiutandole economicamente a sostenere le spese per le esequie. Quando, invece, non si riesce a risalire al nome della persona scomparsa, né al suo credo, davanti alla tomba «recitiamo due preghiere: una cristiana e una musulmana», racconta Mariam Guerey, volontaria.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero degli Interni britannico, nel 2023, sono stati 29.437 i migranti che hanno effettuato la traversata della Manica. Un dato in calo, rispetto ai 45.774 del 2022. Il bilancio dello scorso anno resta, però, il secondo più alto mai registrato, superiore a quello del 2021 che aveva superato le 28.500 unità. Numeri dietro ai quali si nascondono vite, storie, volti inghiottiti dal mare e che non bisogna dimenticare. (isabella piro)