L’enigma Intramuros

Gli oggetti di scena non si vedono, perché non ci sono, devono essere immaginati da chi guarda, i “cambi” sono a vista, le battute rimbalzano da un personaggio all’altro su un palcoscenico semivuoto, con un letto, un tavolo, qualche sedia. La storia avanza o retrocede per salti e sbalzi temporali, corse in avanti o all’indietro, come in una moviola dai ritmi serrati. Cinque attori, ma trentaquattro personaggi, riemersi nel ricordo oppure presenti e reali. In carcere, ma anche no. Un vortice di storie e stati d’animo, alternati a flashback con ritmi da montaggio cinematografico. Guardando Intramuros dell’attore e drammaturgo Alexis Michalik— alla Sala Umberto di Roma dal 17 fino al 28 aprile — lo spettatore viene volutamente disorientato, frastornato, lasciato sulla corda di mille congetture in attesa di un finale che ...