· Città del Vaticano ·

Le celebrazioni a 40 anni dal primo raduno dei giovani in piazza San Pietro

Discepoli missionari
del Vangelo

 Discepoli missionari  QUO-087
16 aprile 2024

I giovani della Chiesa di oggi devono essere «discepoli missionari», come ha evidenziato Papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato. Lo ha sottolineato il cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il clero, concludendo presso il Centro internazionale giovanile San Lorenzo (Csl) le due giornate promosse per commemorare il 40° anniversario del primo incontro delle nuove generazioni del mondo convocato in piazza San Pietro da san Giovanni Paolo ii nell’Anno santo della Redenzione nel 1984.

Durante la celebrazione eucaristica presieduta domenica pomeriggio, 14 aprile, il porporato ha sottolineato l’importanza di dar vita a una formazione al passo con i tempi. Facendo riferimento al cambiamento d’epoca, il porporato ha invitato a riflettere sulla necessità di tendere all’essenziale. È stata proprio questa la sua esperienza quando — ha raccontato — dopo «i primi anni in seminario e tre anni di servizio militare, sono venuto a Roma e lì ho continuato la mia formazione sacerdotale», vivendo in un ambiente in cui «tutto era ricondotto all’essenziale, a quello che è davvero indispensabile».

La formazione, del resto, deve coinvolgere «tutti come popolo di Dio». Non si tratta, ha osservato, «di diventare tutti sacerdoti o di scegliere un’altra vocazione di consacrazione»; c’è invece «una vocazione più basilare» che «è il fondamento di tutto: seguire Gesù, diventare discepoli». E diventarlo «sempre di più, sempre più profondamente, durante tutta la vita».

D’altra parte, ha aggiunto, il primo orientamento fondamentale «in questo cammino di giovani-discepoli missionari è e rimane il Vangelo». Il prefetto ha rievocato in proposito la figura di san Francesco d’Assisi, che «piace tanto soprattutto ai giovani». In un tempo difficile per la Chiesa e per la società, egli «iniziò una rivoluzione che va avanti da otto secoli e che ha portato innumerevoli frutti». Il suo segreto era «il ritorno alla vita del Vangelo sine glossa: senza filtri e riduzioni, senza accomodamenti e spiritualismi astratti».

Papa Francesco, ha osservato il cardinale, invita «a una rivoluzione di questo genere: a una riforma cioè della nostra vita e della Chiesa alla luce del Vangelo». In questo senso, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium , «la gioia che scaturisce dal Vangelo», è «l’itinerario che il Santo Padre ci propone». Quante volte, ha ricordato, il Papa ha invitato «a portare sempre in tasca un piccolo Vangelo e a leggerne ogni giorno un brano».

I giovani, ha proseguito il porporato, «sono il futuro, la speranza della Chiesa e dell’umanità; e non un futuro “futuro”, ma un futuro già presente». Poi, ha fatto riferimento alla chiamata di tutta la Chiesa «a intraprendere con coraggio un percorso sinodale»; anzi, di più, «a diventare una Chiesa sempre più sinodale, dove tutti i battezzati camminano insieme e come discepoli missionari portano avanti l’annuncio e la testimonianza del Vangelo».

Il prefetto del Dicastero per il clero ha fatto riferimento alla sua esperienza personale in mezzo ai giovani, ricordando di aver partecipato alla Gmg dell’anno scorso a Lisbona, e a quelle di Madrid, Rio de Janeiro e Cracovia, insieme ai ragazzi della diocesi che ha guidato per quasi una ventina d’anni. E ha assicurato che parteciperà a quella che si terrà fra tre anni in Corea, sua terra d’origine.

In precedenza, nella serata di sabato 13, la Croce dei giovani simbolo delle Gmg era stata portata in processione attraverso piazza San Pietro fino al Centro San Lorenzo, dove il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, aveva presieduto la celebrazione eucaristica.

Durante l’omelia, il porporato portoghese ha sottolineato la centralità della Gmg nella vita della Chiesa e l’importanza dell’ispirazione di san Giovanni Paolo ii , che sognava una gioventù innamorata di Cristo. «Vivere la Gmg — ha detto — è un momento indispensabile nella vita della Chiesa. A Lisbona abbiamo visto i giovani protagonisti della vita missionaria della Chiesa». Cristo, ha aggiunto il prefetto, «è il centro della storia, l’innamoramento di Cristo è il centro del cristianesimo. Cristo fa la differenza, è decisivo nella vita delle persone». Per questo, Giovanni Paolo ii , «nell’indire la Gmg, ha sognato una gioventù innamorata di Cristo».

La commemorazione promossa dal Csl è proseguita con “Rise up”, un momento di preghiera e adorazione guidato dalla comunità cattolica Shalom in cui i giovani rappresentanti dei cinque continenti hanno rinnovato la loro risposta e adesione allo spirito della Gmg, pregando per i loro coetanei e terminando con una lode comune intorno alla croce.