· Città del Vaticano ·

Le richieste dei giovani a conclusione dell’evento «Francesco Live» a Firenze

Liberi di fallire

 Liberi di fallire  QUO-086
15 aprile 2024

I ragazzi che hanno partecipato dall’11 al 14 aprile a Firenze all’iniziativa Francesco Live, promossa dai Frati minori della Toscana in occasione dell’800° anniversario delle stimmate ricevute dal santo di Assisi a La Verna, a conclusione dell’incontro hanno consegnato alle istituzioni le proposte scaturite dalle plenarie, svoltesi nei giorni scorsi, in cui i giovani auspicano un futuro che li coinvolga. «Vogliamo essere parte della vita politica, con le nostre complessità e contraddizioni, con il nostro essere cristiani. Dateci la possibilità di scoprire e spendere il nostro talento. Lasciateci essere rappresentativi. Ci è stato detto che là dove c’è disponibilità all’ascolto il Verbo si fa carne. Chiediamo a voi di rendervi disponibili davvero all’ascolto delle nostre parole, perché diventino concretezza»: è stato questo l’appello che la delegazione, a nome dei 1500 giovani di Francesco Live, ha consegnato alla politica e alle istituzioni. Quest’ultimo evento è stato ospitato nella basilica di Santa Croce, alla presenza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del sindaco di Firenze, Dario Nardella, e di altri primi cittadini fra cui quelli di Assisi, Stefania Proietti, e di Chiusi della Verna, Giampaolo Tellini.

Si è concluso così Francesco Live, il meeting che ha fatto di Firenze una città abitata dal sogno di 1500 giovani che, nel nome del Poverello di Assisi, hanno riflettuto su tanti temi, come ecologia integrale, economia, pace, giustizia sociale, politica, comunicazione, bellezza, arte. Lo hanno fatto con la speranza nel cuore, nonostante la realtà che stiamo vivendo non induca a sperare in un futuro sereno. Le tante crisi nello scacchiere internazionale, l’emergenza climatica, la denatalità, la carenza di lavoro rendono i giovani spesso impauriti del domani. Lo hanno detto loro stessi nel documento consegnato alle istituzioni: «Siamo arrivati qui sentendoci spesso fuori posto, e facendoci un problema di questo. Abbiamo trovato in Francesco un “fuori posto” che ha reso questo posto un’opportunità». Sono poi scesi nel dettaglio delle loro proposte: il creato come casa comune e le soluzioni per l’emergenza climatica. I giovani hanno posto anche la questione della casa: «Il mondo si lamenta spesso dei giovani che abitano con i genitori ma per noi comprare una casa, vivere da universitari fuori sede, pagando un affitto dignitoso non è possibile, è quasi un’utopia. Dateci l’opportunità di sognare in grande».

Francesco Live, come detto, si inserisce tra le iniziative per gli 800 anni delle stimmate di san Francesco e i giovani hanno riletto quel momento come una possibilità per riconciliarsi anche con i propri personali fallimenti: «Quanto è liberatorio poter condividere i nostri fallimenti e scoprire che non siamo soli, che abbiamo tutti le stesse paure. Abbiamo il diritto di fallire! La società ci porta a vivere il fallimento come la fine della vita. La paura del fallimento ci porta all’esclusione sociale. Vogliamo essere liberi di imparare dai nostri fallimenti; si impara soltanto potendo rialzarsi, con il supporto di chi ci sta intorno. Si può star male senza che il mondo finisca. Si può star male e non vergognarsene. Siamo fallibili ma non falliti».

La giornata e l’intero Francesco Live si sono conclusi con la messa presieduta da monsignor Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca e delegato per la pastorale giovanile all’interno della Conferenza episcopale toscana. «In questi giorni — ha detto il presule nell’omelia — vi siete chiesti cosa dice a noi Francesco, ma io vi giro un’altra domanda che mi è arrivata da alcuni adolescenti: Gesù dà la sua vita per noi, perché? Non c’era un altro modo? E cosa c’entriamo noi che siamo venuti duemila anni dopo? La verità è che c’è solo il modo della croce per vivere la vita e che Gesù è vivo. Questo è il modo che conduce alla vita immortale, a una vita piena, che ci è stata donata col battesimo e trova compimento nelle scelte di ogni giorno, nei modi impegnativi di chi sceglie di pagare il prezzo del bene», ha concluso Giulietti.

di Giancarlo La Vella