L'Angolo bello
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13 aprile 2024
Per capire qualcosa in più di Firenze non è necessario alzarsi in volo oppure salire sulla collina di piazzale Michelangelo e neppure su quella più vicina di Bellosguardo. Basta andare a tre o quattro metri dal suolo e leggere il testo di alcune epigrafi. Non serve neppure leggerle tutte oppure molte — in città se ne contano più di novecento — basta limitarsi a quelle poche che forse un caso ha voluto che fossero vicine, a pochi metri di distanza una dall’altra.
La prima in piazza Pitti al numero 14 recita: «Qui abitò / tra il dicembre 1943 e l’agosto 1945 / Carlo Levi / Qui scrisse Cristo si è fermato a Eboli / e dipinse quadri fra i suoi più belli e umani». La lapide conserva chiaramente un’eco di un passaggio dell’incipit del romanzo in cui l’autore si rappresenta ...
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