· Città del Vaticano ·

Udienza al Grupo Ciudades Patrimonio de la Humanidad in Spagna

I monumenti parlano
della vita e della storia
delle persone

 I monumenti parlano della vita  e della storia delle persone  QUO-085
13 aprile 2024

Pubblichiamo una traduzione dallo spagnolo del saluto rivolto dal Pontefice ai membri del Grupo Ciudades Patrimonio de la Humanidad in Spagna, ricevuti in udienza nella mattina di oggi, sabato 13 aprile, nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico vaticano.

Cari fratelli e sorelle,

Sono lieto di potervi ricevere in questa “Città” del Vaticano, che, proprio come quelle che voi rappresentate, conserva una ricca eredità della quale siamo i custodi. È una grande responsabilità, ma anche una bella vocazione.

In tal senso, penso che il nostro interesse per il patrimonio non possa limitarsi all’ambito artistico-culturale, ma debba avere una prospettiva più ampia, accogliendo l’integrità della persona che riceve questa eredità e dei popoli che ce l’hanno trasmessa. Le situazioni storiche — con le loro luci e le loro ombre — ci parlano di uomini e donne reali, di sentimenti autentici, che devono essere per noi lezioni di vita, prima che pezzi da museo.

Sono le sofferenze e gli aneliti delle persone che nel corso del tempo hanno costruito le proprie città, il meticciato di culture e di civiltà che si sono succedute in esse, e naturalmente la loro fede in Dio, ciò che fa battere il loro cuore con passione.

Chiedo al Signore che, insieme alla bellezza delle vostre città, vi conceda la grazia di trasmettere la fede, la speranza e la carità della vostra gente. Che la contemplazione dei diversi monumenti permetta — sia a quanti vi abitano sia a quanti le visitano — di riflettere sulla prudenza e la forza che hanno reso possibile la loro realizzazione. Che possano sentirsi interpellati dalla lezione di giustizia e di temperanza che ogni situazione storica racchiude. Parleremo così di popoli, di persone, di una storia che non si contempla, ma che si realizza, con un occhio al passato e l’altro al futuro, per avere sempre le mani nel presente che c’interroga ogni giorno. Che Dio vi benedica. Grazie.