· Città del Vaticano ·

L’udienza ai volontari e alle volontarie della Croce Rossa Italiana

Vicini a chi soffre

 Vicini a chi soffre  QUO-083
11 aprile 2024

Da Solferino all’Aula Paolo vi, l’emozione di vedere insieme tanti volontarie e volontari della Croce Rossa Italiana (Cri) è sempre grande, ancor più in occasioni come quella dello scorso 6 aprile, quando a guardarti con occhi sinceri c’è Papa Francesco.

Non ho potuto non commuovermi davanti alle parole del Santo Padre che, ricordando l’impegno dei volontari in 160 anni di storia dell’associazione, ha detto: «Questa corrente di amore non si è mai fermata, la vostra è una presenza efficace e preziosa, specialmente in tutti quei contesti in cui il fragore delle armi soffoca il grido dei popoli».

Ogni giorno affrontiamo tantissime sfide: forniamo assistenza a vulnerabilità come la povertà, la migrazione, la solitudine involontaria che colpisce gli anziani, la dispersione scolastica dei più giovani e le emergenze umanitarie. Nei numerosi conflitti dei nostri giorni, così come davanti a particolari crisi, come la pandemia o il terremoto, siamo stati e siamo a supporto delle comunità colpite.

Dall’Ucraina a Gaza, il nostro impegno non è mai mancato, abbiamo sempre cercato di far sentire a chi si trovava e si trova in difficoltà la nostra vicinanza, la nostra umanità. Le mani delle volontarie e dei volontari della Croce Rossa Italiana tese verso il prossimo, con il sorriso rivolto a chi ha bisogno di aiuto, sono ancora oggi elementi cardine del nostro essere ovunque per chiunque, dei principi che da sempre ci guidano. Il rispetto della dignità umana è la nostra ragione d’essere.

In Ucraina, dopo il grande lavoro fatto nei primi due anni successivi al conflitto, presto saranno a disposizione della popolazione dei moduli abitativi, grazie ai quali molte famiglie torneranno ad avere una casa. A Gaza abbiamo da poco inviato 231 mila chilogrammi di farina e per me è stata una gioia grandissima ricevere dei video dalla Striscia in cui ci veniva mostrato come le persone la stessero usando; c’è tanto da fare, anche perché, proprio in quelle terre, 1,9 milioni dei 2,4 milioni di abitanti sono sfollati. In quei luoghi nei quali, dall’inizio del conflitto, abbiamo perso 18 colleghi, di cui 15 della Mezzaluna Rossa Palestinese e 3 della Stella Rossa di David in Israele, sono morte oltre 32.000 persone, più di 13.000 sono bambini.

Voglio ringraziare Papa Francesco per la sua opera quotidiana attraverso la quale ha messo al centro dell’agenda internazionale la sua preoccupazione, che è anche la nostra, per i conflitti armati in corso e per la tragedia umanitaria a cui assistiamo.

Vogliamo ringraziarla, Santo Padre, per la chiarezza dei suoi appelli, non ultimo il messaggio “Urbi et Orbi” del giorno di Pasqua, in cui ha ricordato al mondo intero le tante guerre in atto e, soprattutto, le sofferenze immani della popolazione civile: donne, uomini, bambini, che non sono mai un bersaglio. Purtroppo, agli operatori umanitari oggi non è garantito un accesso sicuro affinché possano portare aiuto nel rispetto di quei principi di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. Inconsolabili, piangiamo i colleghi che hanno messo a disposizione la loro vita perdendola nello svolgimento del servizio.

«Siete il segno che la fraternità è possibile», ha detto ancora Papa Francesco agli oltre 6 mila volontarie e volontari della Cri arrivati da ogni parte d’Italia. Erano tutti pronti a far sentire il loro abbraccio al Santo Padre, pochi tra loro hanno nascosto l’emozione davanti alle sue parole, dalle quali, ne sono certo, tutti loro, tutti noi, abbiamo tratto nuovi ed importanti stimoli per affrontare le sfide che ci attendono quotidianamente e quelle che verranno in futuro. Noi tutti lo facciamo portando quel messaggio che il nostro fondatore, Henry Dunant, nel 1859 urlò all’umanità: «Tutti fratelli!».

Umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità, universalità. Partendo da questi che sono i sette principi fondamentali del Movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, volontari e operatori della Cri sono vicini a chi soffre, a chi ha bisogno di aiuto, di sostegno. Giorno dopo giorno ci prepariamo e prepariamo le comunità in cui operiamo ad essere resilienti e a rispondere ad eventuali disastri, facendo la prevenzione, esercitandoci con le istituzioni e le altre organizzazioni ad intervenire negli scenari più complessi. Studiamo e approfondiamo i cambiamenti nella società e le nuove tecnologie, sperando di poter esser pronti quando emergeranno nuove vulnerabilità e ci verrà chiesto di continuare ad essere al fianco delle persone più vulnerabili. Durante l’udienza papale, sono state affrontate, attraverso le testimonianze di alcuni volontarie e volontari, le recenti sfide che hanno visto impegnata la Croce Rossa Italiana, non ultime la pandemia, l’alluvione in Emilia Romagna, l’accoglienza alle persone migranti.

Abbiamo inoltre ricordato le vittime del sisma che il 6 aprile del 2009 sconvolse non solo L’Aquila e la comunità abruzzese ma l’intero Paese. A quindici anni esatti da quella data, abbiamo riportato la memoria ai tragici momenti nei quali 309 donne, uomini e bambini persero la vita, rivolgendo ancora una volta la più sincera vicinanza ai familiari delle vittime e un abbraccio alle centinaia di volontarie e volontari della Cri che intervennero a seguito del sisma per soccorrere i feriti, dare sostegno alle persone, cercare sopravvissuti tra le macerie.

Nel corso di 160 anni di storia, l’associazione ha saputo confermarsi come una certezza per la popolazione e, in alcuni casi, per la comunità internazionale, fornendo supporto in numerose emergenze e lavorando fianco a fianco alle società nazionali di Croce Rossa di altri Paesi.

Oggi la Cri è una marea rossa composta da oltre 150 mila volontarie e volontarie. Insieme, vogliamo essere ovunque ci sia bisogno di aiuto, per chiunque ne abbia bisogno. C’eravamo, ci siamo e ci saremo. Siamo la Croce Rossa Italiana.

di Rosario Valastro
Presidente della Croce Rossa Italiana