· Città del Vaticano ·

Spunti di riflessione

Il mestiere di Dio

 Il mestiere di Dio  QUO-083
11 aprile 2024

Due titoli di giornale. Il primo: «Chiesa: più fedeli, ma meno vocazioni. A fronte di una crescita del numero dei cattolici, giunti a un miliardo e quattrocento milioni, si registra un calo spaventoso delle vocazioni. Italia, non è più un Paese per preti».

Il secondo: «Italia senza clero. “Chiuso in attesa di miracolo”, è la frase scritta su un cartello appeso alla porta di una parrocchia, chiusa da diversi mesi, per mancanza di preti».

È il problema che ci ricorda questa Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Nel Vangelo di questa domenica Gesù si presenta come il pastore buono, che è disposto a dare la vita per le pecore.

«Dare la vita è il mestiere di Dio». Per Lui noi contiamo qualche cosa; siamo importanti. Lui si prende cura della nostra felicità. Ma ha bisogno di altri che, in nome suo, si prendano cura, abbiano a cuore la vita dei fratelli.

Oggi, purtroppo, sono sempre di meno quelli che rispondono alla vocazione sacerdotale e religiosa. Karl Marx diceva che «i filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo».

Ecco: oggi c’è urgente bisogno di vocazioni sacerdotali e religiose che trasformino questo nostro mondo. C’è bisogno di sacerdoti che aiutino gli altri a trasfigurare il mondo, a lasciare una impronta di bene e di bello; ad agire moralmente nella società; a testimoniare la possibilità di un progetto diverso e più giusto.

C’è bisogno di sacerdoti e di consacrati che vivano liberamente e con coerenza la propria vocazione; e abbiano la gioia di presentare Gesù. Che sentano un desiderio infinito di riproporre la sua figura e la sua parola. Che abbiano sempre quello sguardo di fede e di amore che aveva Gesù. Che parlino ma, soprattutto, che vivano di Gesù da innamorati.

Capite, allora, il perché di questa Giornata?

di Leonardo Sapienza
 

Il Vangelo in tasca

21 aprile, IV Domenica di Pasqua
Prima lettura: At 4, 8-12;
Salmo: 117;
Seconda lettura: 1 Gv 3,1-2;
Vangelo: Gv 10, 11-18.