· Città del Vaticano ·

Il racconto

La melodia della fraternità

 La melodia della fraternità  QUO-082
10 aprile 2024

«Le melodie vengono ascoltate nelle sale da concerto, nelle scuole, nei luoghi pubblici, così come nelle sinagoghe, nelle chiese e nelle moschee, e il loro messaggio può aiutare il mondo a tendere verso la pace, perché danno pace». Così il musicista ebreo Nur Ben Shalom — fortemente impegnato nel dialogo interreligioso — ha presentato stamane a Papa Francesco il progetto “Lebensmelodien” (melodie della vita), che intende divulgare l’elevato valore della musica, spesso composta in frangenti storici quantomeno delicati, se non tragici.

E il pensiero non può non andare alla Shoah quando, racconta l’artista, «la musica aiutava a sopravvivere nei ghetti e nei campi di sterminio o a dire addio a questo mondo». E, aggiunge, «rievocando quelle vecchie melodie riesce nell’intento di rinnovare la memoria e, allo stesso tempo, promuovere coraggiosamente valori importanti, come la fraternità, l’amicizia e la dignità delle persone». Del resto, «non c’è nulla di più umano della musica» ha rilanciato l’uomo, che ha partecipato all’udienza generale insieme ad altri musicisti che sostengono il progetto.

In piazza San Pietro, Papa Francesco ha baciato la bandiera ucraina che gli è stata presentata da una dozzina di bambini venuti da Leopoli e Uzhgorod su iniziativa dell’Associazione italiana Cultura e sport. Con loro anche alcuni alunni romani della classe quarta della scuola primaria dell’Istituto Cristo Re. L’Associazione svolge attività di solidarietà nelle due città ucraine, in collaborazione con il dipartimento locale dei Servizi sociali e alcuni istituti scolastici, ai quali viene inviato materiale didattico. I bambini hanno 9 anni e saranno a Roma fino al 14 aprile, grazie anche all’aiuto della Fondazione Cristo Re. In questi giorni, «per passare dei momenti di spensieratezza, hanno in programma un fitto elenco di eventi sportivi cui partecipare» racconta il presidente Giovanni Colosimo.

Settantacinque giovani, tra formatori, sacerdoti e studenti del seminario maggiore regionale e di due seminari minori della Sardegna — con i loro vescovi e il cardinale Arrigo Miglio, a Roma per la visita ad limina apostolorum — hanno incontrato il Pontefice al termine dell’udienza generale. «Stasera poi parteciperemo alla messa a San Paolo e domani a Santa Maria Maggiore. Stiamo vivendo a Roma un’esperienza fortissima di fede» raccontano.

Accompagnate in piazza San Pietro dal cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi, circa cinquanta suore dell’Imitazione di Cristo, tutte provenienti dal Kerala, in India, hanno partecipato all’udienza per ricevere la benedizione del Papa in vista del centenario di della loro congregazione religiosa, che ricorre il prossimo anno. È stata infatti fondata nel 1924 dal servo di Dio Mar Ivanios, arcivescovo di Trivandrum dei Siro-Malankaresi: proprio il mese scorso il Papa ha firmato il decreto del Dicastero delle cause dei santi che ha riconosciuto le sue virtù eroiche.

Sempre dall’India sono giunte anche le Figlie di Maria Immacolata insieme con il loro fondatore, padre Arul Raj, per ringraziare il Papa per il recente decreto di diritto pontificio che le «immette a pieno titolo a servizio della Chiesa universale» ha detto la superiora generale, suor Lalitha Soosai Innaci.

In occasione dei 130 anni di attività le Apostole del Sacro Cuore di Gesù hanno riunito a Roma le superiori locali, creando occasioni di incontro, di formazione e di condivisione fraterna in un’esperienza di Chiesa sinodale e stamane erano in piazza San Pietro. Così come la delegazione dei difensori civici italiani, provenienti dalle varie regioni, che ha donato al vescovo di Roma un’opera artistica per rappresentare il loro «impegno come garanti dei diritti umani e del rispetto della dignità umana» ha affermato il presidente del coordinamento nazionale, Marino Fardelli, che guidava il gruppo insieme al coordinatore delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Antonello Aurigemma.

I rappresentanti dello storico birrificio Pilsner Urquell, di Pilsen, nella Repubblica Ceca, hanno consegnato a Papa Francesco una botte di legno in miniatura prodotta dagli artigiani della cittadina. Ad accompagnarli l’ambasciatore presso la Santa Sede, Václav Kolaja. Il dono ha simbolicamente fatto da cornice all’ormai tradizionale consegna della birra, che è stata benedetta dal vescovo di Pilsen, monsignor Tomáš Holub. L’usanza, ripresa negli ultimi anni, si riallaccia alla tradizione avviata durante il pontificato di Leone XIII.

di Fabrizio Peloni