Cessino le discriminazioni
«Per il ruolo delle donne». È l’intenzione proposta da Francesco per il mese di aprile e diffusa ieri pomeriggio, martedì 2, dalla Rete mondiale di preghiera del Papa con il video pubblicato sul sito www.thepopevideo.org e tramite la app Clik To Pray.
«In molte parti del mondo, le donne sono trattate come il primo materiale di scarto». Utilizza parole forti Francesco per denunciare la discriminazione e l’emarginazione a cui sono sottoposte le donne in varie parti del mondo.
Il breve filmato inizia proprio con il primo piano di una giovane asiatica con le lacrime agli occhi. Seguono immagini di sofferenza, di ghettizzazione, di violenza. Viene inquadrata, dietro una grata, una donna con lo sguardo triste. Si vedono poi un gruppo di vittime di stupro cacciate dai propri villaggi, e ancora adolescenti in attesa dalla infibulazione. «Ci sono Paesi — evidenzia il Pontefice — in cui alle donne è vietato l’accesso agli aiuti per avviare un’attività o andare a scuola. Inoltre, in questi luoghi sono soggette a leggi che le obbligano a vestirsi in un certo modo. E in molti Paesi, ancora oggi, vengono praticate le mutilazioni genitali».
Al Papa sta a cuore che le donne non siano private «della loro voce. Non priviamo tutte queste donne vittime di abusi della loro voce. Sono sfruttate, sono emarginate». Il Pontefice fa notare le contraddizioni del nostro tempo, in cui da una parte si alzano le voci contro i maltrattamenti e la discriminazione, mentre dall’altra, nel quotidiano vivere, le cose non cambiano: «A parole siamo tutti d’accordo che uomini e donne hanno pari dignità come persone. Ma nella pratica questo non accade». Pertanto, è necessario che «i governi si impegnino a eliminare le leggi discriminatorie, in ogni parte del mondo, e a lavorare perché i diritti umani delle donne vengano garantiti».
Mentre nel video scorrono le immagini di gruppi, associazioni, movimenti ecclesiali e civili che promuovono la dignità femminile, il Papa chiede rispetto per le donne: «rispettiamole nella loro dignità, nei loro diritti fondamentali. Se non lo facciamo, la nostra società non andrà avanti». Da qui, l’invito a pregare, perché «vengano riconosciute in ogni cultura la dignità delle donne e la loro ricchezza, e cessino le discriminazioni di cui esse sono vittime in varie parti del mondo». Il filmato si conclude con scene di solidarietà e di condivisione, con religiose, volontarie e appartenenti a varie associazioni che aiutano, sostengono e consolano alcune ragazze e giovani. Infine, si vedono donne sorridenti e libere che attraverso il loro ruolo nel mondo del lavoro e nella società si sono emancipate e realizzate.
Commentando il tema dell’intenzione, il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, sottolinea che «fin dall’inizio, Gesù accolse le donne come discepole, il che era una novità nella società del tempo. Maria, la madre di Gesù, aveva un posto di rilievo tra gli apostoli e nella comunità primitiva, come testimoniano i Vangeli». Inoltre, aggiunge, «a una donna, Maria Maddalena, Gesù affidò la missione di annunciare la sua risurrezione ai fratelli e alle sorelle. Nel corso della storia, le donne hanno apportato un vero e proprio dinamismo spirituale alla Chiesa: Teresa d’Ávila, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, riconosciute come dottori della Chiesa, e innumerevoli altre donne sante». Da qui l’invito a continuare a riconoscere il loro ruolo all’interno della Chiesa: «un primo aspetto è già evidente: senza la partecipazione attiva delle donne, la comunità cristiana, se fosse un’azienda, sarebbe fallita».
Tradotto in 23 lingue e con una copertura stampa in 114 Paesi, il video è stato creato e prodotto dalla Rete mondiale di preghiera in collaborazione con l’agenzia La Machi e il Dicastero per la comunicazione.