La via della pace e della vita in mezzo
«Anche oggi massi troppo pesanti chiudono le speranze: il masso della guerra», quello «delle crisi umanitarie», quelli «delle violazioni dei diritti umani» e «della tratta di persone»; ma con la Pasqua «la tomba di Gesù è aperta» e «attraverso quel sepolcro vuoto passa la via nuova della vita in mezzo alla morte, della pace in mezzo alla guerra, della riconciliazione in mezzo all’odio, della fraternità in mezzo all’inimicizia». Lo ha assicurato Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi pronunciato dalla loggia della Benedizione della basilica Vaticana a mezzogiorno del 31 marzo, domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore, dopo aver celebrato sul sagrato la messa della solennità.
Il Pontefice ha esortato a volgere «lo sguardo verso la Città Santa di Gerusalemme e a tutte le comunità cristiane della Terra Santa», con un pensiero soprattutto per le «vittime dei tanti conflitti in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina». Ma senza dimenticare la Siria né il Libano, né le tante altre zone di tensione: Balcani occidentali, Armenia e Azerbaigian, Haiti, Myanmar, continente africano. La forza del Risorto liberi i cuori dai macigni dell’egoismo e dell’odio, aveva auspicato la sera precedente durante la celebrazione della veglia pasquale nella basilica Vaticana. Auspici riecheggiati al Regina Caeli del Lunedì dell’Angelo, quando ha invocato il dono della pace per i popoli stremati da guerre, fame e oppressione.