· Città del Vaticano ·

«I care»

Il trionfo della vita abbracciando le fragilità

 Il trionfo della vita abbracciando le fragilità  QUO-074
30 marzo 2024
Franco Nembrini — Abbiamo cominciato questa rubrica con una lettera che descriveva la sofferenza, il disagio, la fatica di un’intera generazione di ragazzi. Il loro venerdì santo, anche se non lo sanno e credono di essere soli a portare ciascuno la propria croce. Oggi vi proponiamo una lettera che testimonia che la Resurrezione, la vittoria sulla morte vince anche oggi, vince anche tra i banchi di scuola, vince là dove sembrava esserci solo morte e disperazione. «Caro amico, ti scrivo queste righe perché quello che è successo mi ha interrogato molto e voglio scriverti poche parole di affetto. Vedere il tuo banco vuoto la mattina per me non è facile, mi crea un senso di vuoto e di tristezza. Ma di fronte a te e a questa situazione ho una responsabilità, l’esserti davvero amico, ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati