· Città del Vaticano ·

Promesse che si rinnovano
di fronte
al mistero dell’Amore

 Promesse che si rinnovano di fronte al mistero dell’Amore  QUO-072
28 marzo 2024

Come la goccia scava la pietra, così «le lacrime lentamente scavano i cuori induriti»: è il miracolo, «della buona tristezza che conduce alla dolcezza». Un invito al pentimento, alla conversione, al lasciarsi perdonare da Dio, quello rivolto da Papa Francesco ai quattromila fedeli presenti, tra i quali oltre millecinquecento sacerdoti, durante la messa del Crisma presieduta nella basilica di San Pietro la mattina del Giovedì santo, 28 marzo. Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria dell’Eucarestia e dell’amore fraterno, ma anche dell’agonia del Getsemani e dell’inizio della Passione che condurrà alla Pasqua di risurrezione, il ricordo è dedicato ai presbiteri. Durante il rito, infatti, sono state rinnovate le promesse sacerdotali e benedetti gli oli sacri.

La celebrazione all’altare della Confessione è stata preceduta e preparata, poco prima delle 9, dal canto dell’Ora terza, al termine del quale una monizione ha introdotto l’ingresso della processione, accompagnata dalle note di Fecisti nos regnum.

La messa ha avuto inizio alle 9.30. La liturgia della Parola è stata proclamata in italiano. All’omelia del Papa — che ha preso posto sotto il pilone di Sant’Elena — è seguito il rinnovo delle promesse. A tutti i presenti Francesco ha chiesto di pregare per i presbiteri e anche per lui stesso, «perché sia fedele al servizio apostolico, affidato alla mia umile persona, e tra voi io diventi ogni giorno di più immagine viva e autentica di Cristo sacerdote, buon pastore, maestro e servo di tutti». Il Pontefice ha poi benedetto l’olio degli infermi, l’olio dei catecumeni, e ha consacrato il crisma, alitando sull’ampolla e pronunciando l’orazione. Oli e crisma sono stati presentati dai diaconi che li hanno portati davanti al Pontefice dalla Cappella della Pietà in tre carrelli con due anfore ciascuno.

«Effondi la tua santa benedizione perché quanti riceveranno l’unzione ottengano conforto nel corpo, nell’anima e nello spirito, e siano liberati da ogni malattia, angoscia e dolore» è stata la preghiera per la benedizione dell’olio degli infermi. «Concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione, perché illuminati dalla tua sapienza, comprendano più profondamente il Vangelo di Cristo; sostenuti dalla tua potenza, assumano con generosità gli impegni della vita cristiana; fatti degni dell’adozione a figli, gustino la gioia di rinascere e vivere nella tua Chiesa» è stata poi quella per la benedizione dell’olio dei catecumeni.

Al termine della messa, dopo la benedizione, il Papa ha ricordato ai vescovi e ai sacerdoti che il crisma e gli oli benedetti «sono ora affidati perché, attraverso il vostro ministero, la grazia divina fluisca nelle anime, apportatrice di forza e di vita. Rispettate, venerate e conservate con cura particolare questi oli, segni della grazia di Dio: le persone, i luoghi e le cose, che saranno da essi segnati, possano risplendere della stessa santità di Dio». Il canto dell’antifona Ave Regina caelorum ha accompagnato la conclusione del rito.

Hanno concelebrato trentacinque cardinali, tra i quali il segretario di Stato, Pietro Parolin, trentaquattro tra arcivescovi e vescovi e gli oltre millecinquecento sacerdoti presenti. Per la preghiera eucaristica sono saliti all’altare i cardinali Angelo De Donatis, vicario generale per la diocesi di Roma, Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, Leonardo Sandri, vice decano, Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i vescovi, e il vescovo Baldassare Reina, vicegerente di Roma.

Tra i concelebranti, gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari generali, Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, e Luciano Russo, segretario della Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede; e i monsignori Roberto Campisi, assessore, e Javier Domingo Fernández González, capo del Protocollo.

Il servizio dei ministranti è stato svolto dagli alunni dei seminari della diocesi di Roma. I canti sono stati eseguiti dal coro della Cappella Sistina.

A tutti i sacerdoti presenti è stato donato il volume Francesco - Sul discernimento.