· Città del Vaticano ·

Sulla lettera del Papa ai cattolici di Terra Santa

Fiaccole accese nella notte

 Fiaccole accese nella notte  QUO-072
28 marzo 2024

Ieri Papa Francesco, in una lettera indirizzata ai cattolici di Terra Santa, ci ha chiesto di non perdere la speranza, di rimanere uniti, ci ha incoraggiato, perché ci dice: «Voi siete fiaccole accese nella notte; siete semi di bene in una terra lacerata da conflitti».

Il Santo Padre, pellegrino in Terra Santa nel 2014, cercò di fare incontrare il presidente dello Stato d’Israele, Shimon Peres e il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen. Non ci riuscì in quei giorni, ma al suo ritorno a Roma, invitò i due presidenti a piantare un ulivo nei giardini vaticani. A giugno 2014 avvenne questo incontro che doveva far rinascere la speranza di nuove trattative di pace. Quell’albero ha bisogno ancora di cure e di attenzioni, per poter dare frutti.

In questi sei mesi di guerra non potevamo stare in silenzio, perché non si può uccidere, ancora un’altra volta, tacendo, chi già ha perso la vita a causa della violenza della guerra. Chi è sopravvissuto continua a patire grandi sofferenze. Ho detto più volte che a Gaza si muore di fame due volte: si muore di fame e si muore mentre si va recuperare il poco cibo arrivato. Devo aggiungere una terza volta, perché a Gaza si muore di fame anche mentre si vanno a recuperare gli aiuti arrivati dal cielo in mare e, pur di portare cibo ai propri cari, si rischia la vita: pochi giorni fa sono morti annegati dodici uomini. Siamo sconvolti dalle notizie, dalle immagini, dai video: sconvolge la sofferenza dei bambini tremanti per la paura, per il freddo, deboli per la malnutrizione e per la fame.

In questa Settimana Santa particolarmente triste saliamo al Calvario, ai piedi della Croce. «Stabat Mater»: anche noi siamo qui e come Maria siamo addolorati, fermi nel dolore, ma non immobili davanti all’ingiustizia, a confermare che Gesù sta amando il mondo anche nel momento della morte. Sono quasi sei mesi che la Terra Santa sta vivendo il suo Calvario.

Gesù, nonostante la sofferenza pensa alla salvezza dell’umanità. La salvezza che percorre la strada della mitezza e del perdono, non quella della violenza e dell’odio come avviene oggi. Perdona chi lo ha crocifisso, promette al buon ladrone il Paradiso, affida Sua Madre al discepolo amato e a Maria affida Giovanni e tutta l’umanità. Nel momento della morte Gesù ci indica la via dell’amore, del donarsi reciprocamente. Implorare la pace e chiedere a Dio il dono vitale della pace, attraverso la preghiera, è l’unica arma che abbiamo, perché la vita umana in pericolo ha diritto di essere difesa e perché non passino sotto silenzio le sofferenze di tanti innocenti.

Papa Francesco parla spesso di una terza guerra mondiale a pezzi, perché l’odio e la vendetta, come virus mortali, contagiano e si moltiplicano. Riempiamo di preghiera quegli spazi ancora liberi dalla violenza.

In questa Settimana Santa la nostra preghiera sia lievito, riempia gli spazi nei cuori aridi e faccia germogliare il seme della Pace. La Terra Santa sente la vicinanza continua e trae forza dalla preghiera costante del Santo Padre.

di Ibrahim Faltas