27 marzo 2024
È difficile immaginare un modo più delicato e discreto per affrontare il tema della vita e della morte di quello usato da Catherine Charlier fin dal titolo del suo recente Come un chiarore furtivo. Nascere, morire, edito dalla Queriniana nella traduzione di Vincenzo Salvati (Brescia, 2024, pagine 288, euro 33).
A pochi sfugge quanto la questione dell’esistenza, nel suo rapporto con l’eternità, dell’apparire al mondo e dello scomparire, della creazione insomma, appaia centrale nella nostra epoca. Questo pur nel nascondimento generale nel quale tale questione viene tenuta, nell’attenzione posta a sfiorarla appena, mentre costituisce il motivo non remoto di ogni tensione psicologica presente nell’esperienza di uomini e donne calati nella modernità. L’interrogativo non può essere rimosso, pena ...
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