L’eco di un mondo

27 marzo 2024
Trentadue anni dopo Paolo Virzì torna a raccontare nel film Un altro Ferragosto la polarizzazione politica, culturale, antropologica della gente italica. E lo fa con analoga accortezza e maestria. Non è cambiato Virzi ma i suoi protagonisti. Non solo annebbiati nella loro anzianità ma fondamentalmente tristi, rassegnati e disperati allo stesso tempo. Se nel primo film la polarizzazione esprimeva ancora una tensione oggi prevale in entrambe le tribù il disperato senso di un fallimento esistenziale. Dopo tre decenni le due tribù si ritrovano a Ventotene, i radical chic ad accompagnare verso il transito finale il giornalista ex comunista Sandro Molino, e i popolar cafoni della famiglia Mazzalupi a celebrare un improbabile matrimonio. I primi ormai con l’avvilimento di una riserva indiana sconfitta, i ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati