· Città del Vaticano ·

Domani 27 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Speranza

La più forte delle virtù

 La più forte delle virtù  QUO-070
26 marzo 2024

Il 27 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Speranza. È un’iniziativa dell’Istituto del dialogo globale e la cultura dell’incontro (Idgce), del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, insieme con la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama), la Confederazione latinoamericana e caraibica delle religiose e dei religiosi (Clar), la Confederazione interamericana dell’educazione cattolica (Ciec), la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) e Caritas America latina e Caraibi. In un comunicato stampa gli organizzatori hanno presentato questa giornata iconica nella religiosità cristiana e nella speranza per tutte le confessioni e le persone del mondo, indipendentemente dalla loro particolare cosmovisione.

Nel quadro di questa iniziativa universale, gli organizzatori hanno quindi invitato a guardare al futuro con questa speranza, tanto urgente quanto necessaria e tanto desiderata quanto possibile. La speranza è la più forte delle virtù. La speranza è lo stimolo e la motivazione su cui possiamo stabilire le basi della costruzione di un futuro. Quando tutto è incerto ci aggrappiamo alla speranza perché è attiva e dà la forza per continuare a lottare per ciò che realmente si desidera.

Nel loro comunicato gli organizzatori ricordano le origini e la proiezione di questa Giornata, a cui fanno riferimento come “#27M”. Per la data ci si è ispirati allo storico momento di preghiera, la Statio Orbis di Papa Francesco pronunciata quel giorno dell’anno 2020 a piazza San Pietro. Come ogni anno, questa Giornata Mondiale della Speranza, ci ricorda quell’evento spartiacque nella storia dell’umanità in generale e nella religiosità cristiana ed ecumenica in particolare. Reinterpreta e rinnova con proposte e iniziative speciali le riflessioni su questa speranza di cui tanto abbiamo bisogno. Tali riflessioni cercano di non farci mai dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca come famiglia umana, che la speranza è attiva e che bisogna proiettare quell’eredità verso un futuro con speranza.

Gli organizzatori hanno poi ripercorso gli eventi accaduti da quella data in poi, e che spingono in modo particolare a ricordare quel monito. In questi quattro anni il mondo ha vissuto e superato la pandemia da Covid-19 per poi far fronte a conflitti bellici, con milioni di rifugiati, all’aggravarsi delle conseguenze della disattenzione per la Casa comune, in particolare nella regione amazzonica, e ai crescenti problemi d’ineguaglianza, ingiustizia sociale e disperazione dinanzi a quella che alcuni definiscono una «pace stanca».

Questo 27 marzo 2024 — prosegue il team internazionale del #27M — ci trova non solo ad attraversare i processi distopici degli anni passati, ma anche a far fronte a nuove e dolorose guerre come quella in Medio Oriente. Sembrerebbe che i valori degli accordi per una pace possibile, gli appelli per un’umanità solidale e inclusiva e gli allarmi urgenti sui disastri planetari siano caduti in disuso o passati sotto silenzio.

La speranza si fonda sul passato, si rinnova nel presente e si proietta verso il futuro. Perciò occorre rinnovare, rivivere e riaffermare quel 27 marzo 2020 quando Papa Francesco ha raggiunto, solo e sotto la pioggia, il sagrado di piazza San Pietro e in una storica preghiera ha ricordato che siamo tutti «sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».

In quella notte oscura, nelle parole del Papa troviamo però anche sprazzi di speranza. E la speranza «è la più forte delle virtù» ed «è lo stimolo e la motivazione su cui possiamo stabilire le basi della costruzione di un futuro. Quando tutto è incerto ci aggrappiamo alla speranza perché è attiva e dà la forza per continuare a lottare per ciò che realmente si desidera».

Il comunicato stampa dei fondatori del #27M termina, in modo non solo argomentativo ma anche propositivo, descrivendo i passi da compiere in questo 2024. Tuttavia è oggi che il concetto di speranza acquista un’importanza ancora più grande. La speranza, una virtù teologale per quanti hanno fede, è soprattutto un’attitudine attiva e intenzionale verso la vita che ci permette di pensare a un futuro possibile per tutti. Con la convinzione che tutti siamo necessari, che tutte le voci sono importanti e che insieme possiamo intraprendere un viaggio verso un futuro per tutti che ci trasformerà, la campagna 2024 raccoglie testimonianze di persone di diverse parti del mondo che ogni giorno c’infondono speranza e c’invitano a pensare a noi stessi come ad agenti di speranza.

«Che cos’è la speranza per te oggi?» È la domanda a cui invitiamo a rispondere tutti coloro che desiderano unirsi a questa campagna che si svolge in diverse reti sociali sotto gli hashtag #27Mesperanza, #27Mesperança, #27Mhope, #27Mespérance, ed è accompagnata da un programma annuale di attività. Per partecipare alla campagna, si possono anche visitare i siti: www.diamundialdelaesperanza.org; www.worlddayofhope.org

Quest’anno la celebrazione della Giornata Mondiale della Speranza ha una connotazione molto significativa. Si unisce all’Anno di preghiera in preparazione del Giubileo della Speranza del 2025 indetto da Papa Francesco. In uno stesso spirito positivo, a partire dalla Giornata Mondiale della Speranza, si può invitare a recitare insieme la preghiera di questo Anno Santo:

«Padre che sei nei cieli, la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi, la beata speranza per l’avvento del tuo Regno. La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi dei semi evangelici che lievitino l’umanità e il cosmo, nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova, quando vinte le potenze del Male, si manifesterà per sempre la tua gloria. La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza, l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero la gioia e la pace del nostro Redentore. A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli. Amen» (Preghiera del Giubileo 2025, Papa Francesco).

di Marcelo Figueroa