· Città del Vaticano ·

La Passione del Signore
si rinnova nelle vittime
delle guerre

 La Passione del Signore  si rinnova nelle vittime delle guerre  QUO-069
25 marzo 2024

La Passione di Cristo rivive nelle membra del suo Corpo mistico. Nella Domenica delle palme, la cronaca offre, purtroppo, conferma di quanto l’umanità sia ogni giorno di più vittima dell’odio e delle guerre. Del grido di dolore e di desolazione di tanti fratelli e sorelle sofferenti si è fatto portavoce Papa Francesco, all’Angelus di ieri 24 marzo, recitato con ancora indosso i paramenti prima di impartire la benedizione conclusiva della messa della solennità. Ha pregato per i morti e i feriti nel vile attentato terroristico compiuto venerdì sera a Mosca. Ma anche per quanti piangono a causa dei conflitti, in modo speciale nella martoriata Ucraina e a Gaza. Significativo inoltre, nel giorno dell’anniversario della morte (24 marzo 1980) e della memoria liturgica di san Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, il vescovo martire di San Salvador, il ricordo da parte del Pontefice di una giovane donna e di un ragazzo assassinati in Colombia il 19 marzo scorso.

Ad ascoltare le sue accorate parole oltre sessantamila persone, che il vescovo di Roma ha voluto salutare, compiendo un lungo giro con la jeep bianca scoperta in piazza San Pietro, addobbata con una miriade di fiori e di piante. Poco prima si era conclusa la celebrazione eucaristica, iniziata alle 10 con la tradizionale commemorazione dell’ingresso del Signore a Gerusalemme. Circa 400 fedeli provenienti da tutto il mondo, con palme intrecciate e ramoscelli di ulivo in mano hanno attraversato la piazza dal Braccio di Costantino fino all’obelisco, al canto di “Osanna al figlio di Davide”. Il Papa — dal sagrato della basilica Vaticana dove ha atteso la processione — ha benedetto e asperso i verdi simboli di questa antica tradizione. Poi ha presieduto la messa.

La prima lettura è stata proclamata in spagnolo, il salmo 21 in italiano, e la seconda lettura in inglese. Il racconto della Passione del Signore, tratto dal Vangelo di Marco, è stato cantato in italiano. Alla preghiera dei fedeli, sono state elevate intenzioni in cinese, per la Chiesa, affinché «attorno alla croce del suo Signore ricerchi sempre l'unità, la riconciliazione e la comunione»; in francese, per i governanti, perché «sappiano affrontare e superare ogni conflitto con l’arte del dialogo e del rispetto reciproco»; in polacco, per quanti soffrono a causa dell’abbandono e della solitudine, perché «sentano accanto a loro la presenza del Servo del Signore che dona consolazione e speranza a ogni dolore»; in tedesco, per i cristiani perseguitati «che sono uniti in modo particolare alla Passione del Figlio di Dio, perché dal sacrificio d’amore di Cristo attingano forza, mitezza e perseveranza»; in yoruba, lingua parlata in Africa occidentale, per ogni comunità cristiana in cammino verso la Pasqua, perché «sia testimone della propria fede, nella preghiera e nella carità».

Al momento della consacrazione sono saliti all’altare i cardinali Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, Giovanni Battista Re e Leonardo Sandri, rispettivamente decano e vice decano del Collegio cardinalizio. Hanno concelebrato 60 porporati, tra i quali, Pietro Parolin, segretario di Stato, con numerosi arcivescovi, vescovi e prelati. Tra questi ultimi erano gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, e Luciano Russo, segretario della Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede; con i monsignori Roberto Campisi, assessore, e Javier Domingo Fernández González, capo del Protocollo. Il rito è stato diretto dall’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, ed è stato accompagnato dai canti del coro della Cappella Sistina e del coro guida. Hanno prestato servizio liturgico i ministranti del Collegio Mater Ecclesiae.

Si sono occupati degli addobbi e della loro sistemazione le maestranze del Servizio Giardini e ambiente della Direzione delle Infrastrutture e servizi del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, in collaborazione con quanti hanno offerto piante e fiori. Alla celebrazione sono stati distribuiti ramoscelli di ulivo forniti dall’Associazione nazionale Città dell’Olio, Regione Sardegna, alcune “palme fenix”, donate dal Cammino Neocatecumenale, e i celebri “palmurelli” intrecciati, forniti dall’imprenditore Errico Grazia di Sanremo. L’azienda florovivaistica Flora Olanda di Roma ha prestato le piante di ulivo collocate ai piedi del sagrato e dell’obelisco.