· Città del Vaticano ·

Sulla via della Croce / 5

Crocifissione

A 4158
23 marzo 2024

Quando Gesù fu arrestato, condannato e giustiziato non era ovviamente in vigore la Convenzione di Ginevra (stipulata nel 1929 e aggiornata nel 1949) che vieta «le violenze contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi» come pure «gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti» (Articolo 3). Non so se è bastato l’orrore della prima e della seconda guerra mondiale a far maturare nel diritto internazionale questo tipo di coscienza o se è stato un residuo inconscio di cultura cristiana a portare i negoziatori del trattato a dare queste garanzie di rispetto della dignità umana ai civili coinvolti in un contesto di guerra.

Sta di fatto che leggendo queste disposizioni mi si materializza davanti agli occhi l’immagine del Cristo catturato in modo violento, trattato con crudeltà sia nel processo davanti a Hanna e Caifa sia in quello davanti a Ponzio Pilato, torturato con la flagellazione romana (che era molto più dura di quella ebraica), deriso, insultato, sputato, schiaffeggiato, percosso, vestito da re da burla, spogliato delle proprie vesti e infine inchiodato a una croce, che è essa stessa una forma di tortura.

In Gesù che subisce questo trattamento vedo sintetizzato tutto ciò che un civile, ma anche un prigioniero non dovrebbe mai subire, né in tempo di guerra né in tempo di pace. La de-umanizzazione dell’altro, cioè il non riconoscere la sua dignità di persona umana (indipendentemente da ciò che possa aver commesso) conduce alla de-umanizzazione dello stesso legittimo potere e di chi lo esercita.

Quando Gesù fu arrestato, condannato e giustiziato non era in vigore la Convenzione di Ginevra. Oggi lo è. Ma nel tempo della terza guerra mondiale a pezzi (cfr. Papa Francesco), delle dittature, delle autocrazie e delle democrazie sui generis, quanti poveri Cristi subiscono ogni giorno trattamenti crudeli, torture e supplizi, umilianti e degradanti? 

di Francesco Patton