![Tutelare le donne più povere QUO-065 Tutelare le donne più povere QUO-065](/content/dam/or/images/it/2024/03/065/varobj23783934obj2035841.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg)
New York , 20. Accelerare il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne affrontando la povertà e rafforzando le istituzioni e i finanziamenti in tal senso: lo ha chiesto l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, intervenuto il 18 marzo a New York ai lavori della 68° Commissione sullo status delle donne. Ricordando, sulla scia di Papa Francesco, che «oggi, in molti Paesi, le donne sono considerate cittadini di seconda classe», l’arcivescovo Caccia ha messo in luce i gravi dati sulla povertà estrema che colpisce una donna su dieci, aggravando problemi sociali quali l’emergenza abitativa, la malnutrizione e la mancanza di strutture igienico-sanitarie adeguate.
«La povertà — ha aggiunto l’arcivescovo — influisce anche sull’accesso a un’istruzione di qualità, a causa del numero insufficiente di insegnanti, dell’inaccessibilità delle scuole e delle tasse scolastiche che le famiglie povere non possono permettersi». Ma senza un’istruzione, le donne «rimangono intrappolate» ed esposte «al rischio di abusi sessuali, matrimoni infantili» e lavoro minorile, perché «le privazioni portano a scelte disperate».
Forte, infine, l’appello della Santa Sede a ridurre la mortalità materna, poiché «800 donne muoiono ogni giorno per complicazioni legate alla gravidanza e al parto».