· Città del Vaticano ·

All’udienza generale il nuovo appello del Pontefice per l’Ucraina e la Terra Santa

Fare ogni sforzo per negoziare la fine della guerra

 Fare ogni sforzo per negoziare la fine della guerra  QUO-065
20 marzo 2024

«Abbiamo celebrato ieri la solennità di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale»; a lui «raccomandiamo anche le popolazioni della martoriata Ucraina e della Terra Santa — la Palestina, Israele —, che tanto soffrono l’orrore della guerra». All’udienza generale di stamane, mercoledì 20 marzo, Papa Francesco è tornato a rimarcare che «la guerra sempre è una sconfitta» e che «non si può andare avanti in guerra». Bisogna, ha spiegato, «fare tutti gli sforzi per trattare, per negoziare, per finire la guerra». Ed ha esortato i fedeli presenti in piazza San Pietro e quanti lo seguivano attraverso i media a pregare per questa intenzione di pace. E a testimonianza di quanto essa gli stia a cuore ha pronunciato egli stesso tali parole, dopo aver affidato la lettura del testo della catechesi e degli altri saluti a un suo collaboratore.

Proseguendo il ciclo sui vizi e le virtù, la riflessione era stata dedicata al tema della prudenza, che san Tommaso, sulla scia di Aristotele, chiamava “recta ratio agibilium”: ovvero «la capacità di governare le azioni per indirizzarle verso il bene»; al punto che «essa è soprannominata il “cocchiere delle virtù”».

In tale ottica, si legge nel testo pontificio, la «prudenza è la qualità di chi è chiamato a governare: sa che amministrare è difficile, che i punti di vista sono tanti e bisogna cercare di armonizzarli, che si deve fare non il bene di qualcuno ma di tutti». Ecco perché, «in un mondo dominato dall’apparire, dai pensieri superficiali, dalla banalità sia del bene che del male, l’antica lezione della prudenza merita di essere recuperata».

La catechesi

I saluti