· Città del Vaticano ·

Tre naufragi mortali in tre giorni nel Mediterraneo impongono una riflessione sulla questione migratoria alla ricerca di soluzioni umane e umanitarie

Non abbiamo imparato nulla

This handout photograph released on October 30, 2023 by the Spanish Maritime Rescue and Safety ...
16 marzo 2024

Non abbiamo imparato nulla. Davvero. Neanche un mese fa, commemoravamo le vittime del naufragio di migranti avvenuto a Cutro nel febbraio 2023. Le ricordavamo con commozione, al grido di «Mai più» simili tragedie. Ma oggi siamo ancora qui, a scrivere di altri “viaggi della speranza” finiti inghiottiti in un mare di disperazione. Davvero non abbiamo imparato nulla e la storia, con noi, non è stata affatto magistra vitae.

Fino a quando, allora, continueremo a contare i morti nel Mediterraneo? Fino a quando scriveremo sulle nostre pagine “Ancora un naufragio, ancora un barcone disperso”?

Non sono domande retoriche: sono interrogativi reali, concreti, che — è questo l’auspicio — vogliono scuotere le coscienze di tutti, perché la questione migratoria è una questione umana e umanitaria: tutti, in quanto “cittadini del mondo” siamo chiamati a offrire, in qualche modo, una soluzione. E se alla politica spetta, nello specifico, trovare la quadra in campo normativo — accantonando la logica della chiusura e dei respingimenti, ripristinando anche un efficace servizio di soccorso in mare — è compito di ciascuno «accogliere, proteggere, promuovere e integrare» i migranti, secondo i quattro verbi così spesso richiamati da Papa Francesco.

Ancora oggi, quindi, siamo costretti a scrivere di due migranti morti e altri 34 dispersi al largo della costa sud-orientale della Tunisia, a causa del naufragio del barcone sul quale viaggiavano e a bordo del quale c’erano circa 70 persone. Al momento, i sopravvissuti sono 34, ma le ricerche dei dispersi proseguono. È il terzo naufragio in meno di tre giorni: giovedì abbiamo riportato il drammatico dato di almeno 60 migranti morti nel Canale di Sicilia e solo ieri abbiamo scritto di 21 vittime, inclusi 5 bambini, annegate nel Mar Egeo, al largo delle coste della Turchia.

È alta, inoltre, l’allerta per altri cento migranti a bordo di un’imbarcazione in pericolo nel Mediterraneo centrale: lo riferisce Alarm Phone, spiegando che il motore del natante è fuori uso da diverse ore.

Sull’isola siciliana di Lampedusa, nel frattempo, proseguono gli sbarchi: dopo gli undici approdi di ieri, per un totale di 546 persone, durante la notte sono arrivati in 275 a bordo di cinque natanti, salpati da Zuwara, in Libia e da Sfax, in Tunisia. Tra i naufraghi, anche molte donne e tanti minori. Sempre in Sicilia, a Catania, sono stati sbarcati nella notte 23 migranti soccorsi dalla nave ong Ocean Viking il 13 marzo e bisognosi di cure mediche. Diretta verso il porto assegnato di Ancona con altri 350 migranti a bordo, la Ocean Viking ha nel frattempo soccorso altre 135 persone nella zona Sar di Malta.

Sul fronte politico, invece, il primo ministro del governo italiano, Giorgia Meloni, sarà domani in Egitto insieme al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. La visita mira a raggiungere un Memorandum d’intesa sulle migrazioni simile a quello firmato con la Tunisia