· Città del Vaticano ·

A 13 anni dall’esplosione del grave conflitto interno, la popolazione siriana vive una situazione umanitaria disastrosa, con oltre 16 milioni di persone bisognose di aiuto

Siria
Un deserto di morte

A displaced Syrian child stands near a makeshift stove using wood twigs for cooking, at the ...
15 marzo 2024

«Un conflitto irrisolto che non va dimenticato, perché ha conseguenze terribili sulla popolazione e un impatto destabilizzante sulla regione»: così l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, Josep Borrell, definisce la guerra in Siria, ribadendo anche la richiesta di «una soluzione politica sostenibile e globale» quale «unica via percorribile» per il Paese.

Esploso 13 anni fa, il 15 marzo 2011, il conflitto interno siriano ha provocato un dramma dalle proporzioni enormi: secondo l’Onu, le vittime sono oltre 507.000, di cui 164.000 sono civili, inclusi 25.000 minori. La situazione umanitaria è disastrosa: oltre 16 milioni di persone necessitano di assistenza, mentre gli sfollati, interni ed esterni, superano i 13 milioni e il 90 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. L’Unicef, dal canto suo, ha più volte denunciato l’esistenza di una giovane generazione di siriani che non ha conosciuto altro che la guerra. Contro questo «deserto di morte», come lo ha definito Papa Francesco, restino costante ovunque la preghiera e l’impegno per la pace.