· Città del Vaticano ·

Presentati due documenti della Segreteria generale

Un grande cantiere aperto

 Un grande cantiere aperto  QUO-061
14 marzo 2024

«Come essere Chiesa sinodale in missione? Cinque prospettive da approfondire teologicamente in vista della Seconda sessione» e «Gruppi di studio su questioni emerse nella Prima sessione della xvi Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi da approfondire in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana»: sono questi i due documenti della Segreteria generale del Sinodo presentati stamane nel corso di una conferenza nella Sala stampa della Santa Sede, attualmente in via dell’Ospedale. Introdotti dal direttore Matteo Bruni, hanno preso la parola i cardinali Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo, e Jean-Claude Hollerich, arcivescovo gesuita di Luxembourg e relatore generale della stessa Assemblea; l’arcivescovo carmelitano Filippo Iannone, prefetto del Dicastero per i testi legislativi; la missionaria della Consolata suor Simona Brambilla, segretaria del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; monsignor Piero Coda, segretario generale della Commissione teologica internazionale; il gesuita Giacomo Costa, consultore della Segreteria generale del Sinodo, che ha moderato gli interventi, legati anche alla lettera del Papa diffusa oggi.

Entrambi i documenti sono ispirati dalla relazione di sintesi dell’assise di ottobre e hanno l’obiettivo di mantenere viva la dinamica sinodale attraverso il lavoro nelle Chiese locali, ma anche nella Curia romana attraverso una più stretta collaborazione tra i vari Dicasteri con la Segreteria generale del Sinodo. «Siamo qui per condividere i frutti di questo processo sinodale e ringraziare il Signore della grande bontà che c’è nel popolo di Dio», ha esordito il cardinale Grech. «In questi anni ho imparato quanto amore c’è» in esso «verso Gesù e la sua Chiesa» ha aggiunto. Per cui ora si tratta di «cogliere i frutti i questo albero che ha le radici nella Parola di Dio, nella Tradizione, nel Magistero e nell’esperienza vissuta». Mentre «i frutti confermano che lo Spirito Santo è presente ed attivo nella Chiesa di oggi». Dopodiché il porporato ha ripercorso i passi compiuti dopo la chiusura della sessione di ottobre 2023 e ha fatto riferimento ai successivi appuntamenti fissati prima della seconda sessione dell’ottobre prossimo: tra questi l’incontro “I parroci per il Sinodo” che si svolgerà dal 29 aprile al 2 maggio.

Da parte sua il cardinale Hollerich ha parlato di «un grande cantiere aperto» di buone pratiche, soffermandosi sul secondo documento relativo ai gruppi di studio istituiti dal Pontefice, che dovranno concludere i loro lavori e consegnargli i risultati entro giugno 2025. Ha anche portato l’esempio di quanto sta avvenendo nella sua arcidiocesi a livello di buone pratiche.

Monsignor Coda ha approfondito in particolare la domanda guida del primo documento «Come essere Chiesa sinodale in missione?». In proposito ha individuato tre livelli teologicamente e pastoralmente rilevanti: Chiesa locale, dimensione nazionale e continentale, Chiesa universale fondata sul primato di Pietro, che si collega con l’esercizio della collegialità episcopale e della sinodalità. Il fine è consolidare «una collaborazione più intensa entrando in movimento», in una «sinergia innovativa e promettente» per non lasciare cadere alcuni aspetti che non potranno essere approfonditi in sede di assemblea generale, ma che si comincia ad istituire e impostare in modo corretto «secondo l’esperienza del Popolo di Dio oggi».

Perché «da questa esperienza non si torna indietro — gli ha fatto eco suor Brambilla —. Si va avanti; e si va dentro, in profondità, coinvolti e presi in un movimento a spirale che, con forza e dolcezza, ci porta all’essenziale di ciò che siamo come cristiani. Alleggeriti, disarmati e liberati dalle varie armature e paramenti», visto che «il Sinodo è un percorso squisitamente spirituale, e come tale è soffio, sussurro, movimento che trasforma, libera, unisce e armonizza, senza mai appiattire, omologare, omogeneizzare». Perciò, ha assicurato la religiosa, «sull’onda benefica dell’esperienza dello scorso ottobre», anche nel suo Dicastero «stanno prendendo forma nuove istanze di ascolto reciproco, conversazione, discernimento». Del resto, ha rimarcato, ogni incontro può essere «un’occasione benedetta non solo di approfondimento dei temi previsti, ma anche di sperimentare, gustare, sentire la bellezza e la fecondità del camminare assieme in ascolto dello Spirito».

Infine l’arcivescovo Iannone ha illustrato il ruolo della Commissione canonica collegata al Dicastero da lui retto, che era stata voluta da Papa Francesco ancor prima dell’Assemblea del 2023, al fine di elaborare proposte di revisione dei due Codici di diritto canonico — latino e orientale — alla luce del cammino sinodale. E che continuerà nel lavoro di studio, di confronto e di approfondimento. Perché, ha spiegato, ogni riforma ha bisogno di norme per diventare operativa e non rimanere solo pia esortazione, per plasmare e organizzare in modo stabile modalità di funzionamento dei meccanismi di partecipazione per un nuovo protagonismo di tutti i fedeli battezzati, uomini e donne, nell’unica missione di annunciare Cristo.