![La «pazza» di Balla QUO-060 La «pazza» di Balla QUO-060](/content/dam/or/images/it/2024/03/060/varobj23637927obj2035841.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg)
12 marzo 2024
Su uno sfondo luminoso, che comunica una sensazione, seppure fugace, di calma e di serenità si staglia in controluce — producendo un ruvido contrasto — una figura scarna, sciattamente vestita, dall’aspetto inquietante. Stravolto è il suo atteggiamento, arruffata la sua capigliatura, e appaiono come disarticolate le sue nervose movenze: è La pazza dipinta, nel 1905, da Giacomo Balla. Il quadro si colloca nella stagione pre-futurista di Balla, caratterizzata dall’adesione formale al divisionismo e, riguardo ai contenuti, ai soggetti di impianto verista. Durante la sua residenza a Roma, Balla applica la sua acuta sensibilità cromatica e la sua robusta cifra luministica a figure e ad ambienti tratti dalla cruda realtà dell’emarginazione sociale. All’inizio del Novecento il pittore condivide, insieme a una ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
![paywall-offer paywall-offer](/etc/designs/osservatoreromano/release/library/main/images/paywall/promotion.png)
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati