In Europa import
12 marzo 2024
Non bastano gli appelli che da più parti si susseguono, e non da oggi, per un disarmo internazionale. Quello degli armamenti rimane un “business” — come si dice con fredda logica manageriale —, un settore in espansione. Che spesso si consuma sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi. Un dato di fatto cui, senza dubbio, stanno contribuendo anche i due conflitti in corso in Ucraina e Gaza. A dirlo sono i dati dell’annuale rapporto Sipri (Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma) sui flussi commerciali globali nel settore della difesa per il periodo 2019-2023.
Desta impressione il balzo dell’Europa, Ucraina compresa, che — nel periodo che include l’inizio dell’invasione da parte delle forze militari di Mosca — ha quasi raddoppiato le importazioni di armamenti. Nel quinquennio l’incremento è ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati