· Città del Vaticano ·

L'annuale Colletta per la Terra Santa
Lettera del Dicastero per le Chiese Orientali ai vescovi di tutto il mondo

Un appello ad aiutare
chi piange e chi muore
per la follia della guerra

 Un appello ad aiutare chi piange  e  chi muore per la follia della guerra  QUO-057
08 marzo 2024

«Grazie a nome di chi piange e di chi muore per la follia della guerra. Grazie soprattutto a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede orribilmente mutilati. Aiutateci ad aiutarli!». Lo scrivono il cardinale Claudio Gugerotti e padre Michel Jalakh — dell’ordine antoniano maronita, proprio oggi nominato arcivescovo —, rispettivamente prefetto e segretario del Dicastero per le Chiese orientali, nella lettera inviata ai vescovi di tutto il mondo in occasione dell’annuale colletta del Venerdì santo per la Terra Santa. Eccone il testo.

«E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme». Come avremmo voluto che le parole del salmo 122 fossero la descrizione di ciò che accade ai nostri giorni! E invece tanti pellegrini restano lontani dalla città dei loro sogni, mentre gli abitanti della Terra Santa continuano a soffrire e a morire. In tutto il mondo risuona il rombo delle armi portatrici di morte. E non si vede tregua, anche se Dio ci ha assicurato che «Ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco». Questa è la profezia di Isaia (9, 4). Abbiamo visto e vediamo uomini in armi spargere sangue e uccidere la vita stessa. Eppure nel versetto successivo Isaia annunciava che «un bimbo ci è stato donato... il Principe della pace». Per noi Cristiani quel bimbo è Gesù, il Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con noi.

Papa Francesco non ha mai cessato di manifestare la propria vicinanza a tutti coloro che sono stati coinvolti nel conflitto in Terra Santa e di gridare, agli uomini e alle donne di buona volontà, la propria esortazione a operare per la pace e a rispettare la sacralità di ogni persona umana. Anche di recente così si è espresso: «Sono vicino a tutti coloro che soffrono, Palestinesi e Israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta!» (Angelus, 12 novembre 2023).

Il pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il cristianesimo, e non solo per i Cattolici. Questo è reso ancora oggi possibile dall’opera generosa dei Francescani della Custodia di Terra Santa e dalle Chiese Orientali ivi presenti. Essi mantengono e animano i santuari, segni della memoria dei passi e delle azioni di Gesù, testimoni materiali di un Dio che assunse la materia per salvare noi, fango animato dal soffio dello Spirito. Per la loro dedizione in quei luoghi si continua a pregare incessantemente per il mondo intero.

Fin dalle sue origini la Chiesa ha coltivato ininterrottamente e con passione la solidarietà con la Chiesa di Gerusalemme. In epoca tardo-medievale e moderna, più volte i Sommi Pontefici intervennero per promuovere e regolamentare la colletta a favore del Luoghi Santi. L’ultima volta fu riformata dal santo Papa Paolo vi nel 1974 attraverso l'Esortazione Apostolica Nobis in Animo. Anche Papa Francesco ha spesso sottolineato l’importanza di questo gesto ecclesiale.

Cari fratelli e sorelle, non si tratta di una pia tradizione per pochi. Ovunque nella Chiesa Cattolica si fa obbligo ai fedeli di offrire il loro aiuto nella cosiddetta Colletta Pontificia per la Terra Santa che si raccoglie il Venerdì Santo o, per alcune aree, in un altro giorno dell’anno. Lo faremo anche quest’anno, sperando in una vostra particolare generosità.

E sapete perché? Perché, oltre alla custodia dei Luoghi Santi che hanno visto Gesù, ci sono, ancora viventi e operanti pur fra mille tragedie e difficoltà spesso causate dall’egoismo dei grandi della terra, i cristiani della Terra Santa. Molti nella storia sono morti martiri per non veder recise le radici della loro antichissima cristianità. Le loro Chiese sono parte integrante della storia e della cultura d’Oriente.

Ma oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo. Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci si dividono le loro spoglie.

I cristiani di Iraq, Siria, Libano e di tante altre terre si rivolgono a noi e ci chiedono: «Aiutateci a diffondere ancora in Oriente il buon profumo di Cristo» (2 Cor 2, 15).

Io mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie, occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte della sua anima, forse per sempre.

Fate che sentano il cuore solidale della Chiesa!

Alle Chiese locali, ai Francescani, ai tanti volontari della carità, veri figli della pace, testimoni del Principe della pace, esprimo il grazie di Papa Francesco, come pure a tutti voi, per la vostra preghiera e il vostro contributo per la Terra Santa e per tutti coloro che vi abitano.

Il Signore vi benedica e vi ricompensi. Grazie anche a ciascuno dei Vescovi che terranno a cuore questa santa iniziativa.

Grazie a nome di chi piange e di chi muore per la follia della guerra. Grazie soprattutto a nome di chi ha perso i suoi bambini o li vede orribilmente mutilati. Aiutateci ad aiutarli!

Il Signore vi benedica di una larga benedizione e consolazione.

Mercoledì delle Ceneri 2024


Attività della Custodia francescana


Prima la pandemia da Covid-19, poi il conflitto che coinvolge Palestina e Israele, «con la Striscia di Gaza in modo particolare», ma con conseguenze «in tutta la West Bank e Gerusalemme». Senza dimenticare quelle  sui pellegrinaggi in tutta la regione mediorientale. Fattori che hanno influito sulla situazione socio-economica dell’area, come evidenzia il Rapporto sommario 2022/2023 della Custodia francescana di Terra Santa. 

Purtroppo il conflitto, si legge nel Rapporto, ha portato «all’improvvisa cancellazione di tutti i pellegrinaggi in corso e in programma, alla chiusura di tutti i checkpoint con impossibilità per i lavoratori della West Bank di entrare a Gerusalemme». E alla difficoltà per tutti «di vivere e muoversi in sicurezza sull’intero territorio». Tuttavia, la Custodia non ha mai interrotto il sostegno alla popolazione continuando la missione che le è stata affidata «sapendo che la Divina Provvidenza, che qui ci ha voluti, non cessa di prendersi cura di noi». In tale difficile contesto, sono state portate avanti delle opere a favore della comunità locale. 

Tra le altre, la Custodia elenca quelle realizzate dall’associazione Pro Terra Sancta, una rete che promuove e realizza progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, ma anche di sostegno e di aiuto nelle emergenze umanitarie. In una zona, caratterizzata da una situazione particolarmente difficile, come la Striscia, essa ha aiutato la parrocchia latina di Gaza City offrendo supporto per le attività parrocchiali e le necessità della comunità. 

Infatti, con lo scoppio della guerra, gli aiuti economici sono cresciuti per sostenere i bisogni essenziali della popolazione stremata dai bombardamenti. In particolare, le circa 600 persone sfollate all’interno dei locali della parrocchia. Come sono stati aiutati 33 bambini affetti da epidermolisi bollosa, che vivono nella Striscia. La Caritas e la parrocchia latina portano avanti il progetto di assistenza medica a questi bambini, garantendo le cure di base e l’assistenza domiciliare.

A Gerusalemme sono stati erogati dei fondi a favore della parrocchia latina della Città Vecchia, Gerusalemme Est, e della parrocchia latina di Betlemme. Circa 50 famiglie povere in situazione di difficoltà socio-economica hanno avuto il sostegno per il pagamento delle spese di affitto, per interventi medici e medicine e altro, con speciale attenzione ai familiari in emergenza sociale con a carico anziani e disabili non autosufficienti. Altro sostegno è stato dato alla Casa Notre-Dame des Douleurs (Abu Dis, Gerusalemme Est), gestita dalla congregazione delle figlie della Madonna Addolorata. La struttura accoglie circa 40 persone ai margini della società, fornendo servizi, pasti ed attività ricreative. La maggior parte degli ospiti è palestinese, tuttavia, sono presenti anche ospiti di nazionalità siriana, libanese o etiope.

 Un altro progetto finanziato  ha interessato il Centro comunitario africano di Gerusalemme: una struttura di supporto e di comunità per circa 3.000 richiedenti asilo provenienti da Eritrea, Sudan ed Etiopia, tra cui molte famiglie con bambini, che si trovano a Gerusalemme. 

A Betlemme, Pro Terra Sancta ha implementato un centro di ascolto e di orientamento al lavoro per fornire assistenza medica e sociale alla popolazione più vulnerabile dell’area. Nel periodo interessato, 444 persone si sono rivolte al centro di ascolto. Duecentocinquanta persone hanno beneficiato di sostegno per assistenza medica o sociale. Venticinque giovani hanno partecipato alla formazione professionale e 27 sono stati sostenuti attraverso il programma di orientamento al lavoro, in collaborazione con 15 istituzioni e piccole medie imprese. Pro Terra Sancta ha fornito anche aiuto per l’emergenza acqua e per le case, attraverso il centro di ascolto, dove sono state accolte le richieste per interventi di riabilitazione di abitazioni danneggiate e insalubri e installazione di serbatoi d’acqua e pannelli solari. Oltre alla carità, è stato offerto sostegno anche alle iniziative educative, come i fondi per l’istruzione a distanza di alcuni bambini che frequentano le scuole di Terra Santa. Inoltre sono state supportate alcune famiglie per il pagamento delle rette scolastiche o universitarie. A Betlemme è attivo anche un emporio equo e solidale che conta una rete di oltre 30 fornitori che sono principalmente organizzazioni che garantiscono un lavoro a donne vulnerabili o persone con disabilità. 

Altri progetti di carità, culturali ed nell’ambito dell’educazione, sono stati realizzati a Rodi, in Giordania, in Siria, in Libano, in Egitto e in Italia. Senza dimenticare, le opere promosse a favore dei pellegrini che giungono in Terra Santa. In particolare, il restauro e la messa in sicurezza o l’ampliamento dei locali di alcuni santuari, case di accoglienza, conventi e musei.

Nel periodo interessato dal Rapporto, la Custodia non ha mai fatto mancare gli stipendi mensili ai circa 1.044 impiegati in Israele (69%) e Palestina (31%) divisi tra 14 scuole (63% del numero totale degli impiegati), 4 Case Nove, le strutture per pellegrini (10% del numero degli impiegati), 80 santuari, 25 parrocchie e altre attività. La Custodia precisa che durante la pandemia i dipendenti con residenza in Israele hanno potuto beneficiare di una forma di cassa integrazione (halat) fino all’ottobre 2021, mentre quelli  della Palestina erano totalmente privi di assistenza. Perciò la Custodia ha scelto di continuare a pagare la metà dello stipendio degli impiegati dei territori palestinesi rimasti a casa e ovviamente il 100% di quelli che potevano venire al lavoro, ha cercato anche di far lavorare nei conventi e nelle opere di restauro soprattutto cristiani palestinesi provenienti dalla West Bank per garantire un sostentamento alle loro famiglie. 


Per mantenere un legame con i cristiani del Medio Oriente

Iniziativa voluta dai Pontefici


La “Colletta per la Terra Santa” nasce dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei tempi più recenti, Papa Paolo vi, attraverso l’Esortazione apostolica Nobis in Animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa, da Lui visitata nello storico pellegrinaggio del 1964. 

La Custodia Francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. 

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.  

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente. 

Nel 2023 per la Colletta di Terra Santa il Dicastero ha ricevuto  6.571.893,96 € per la formazione accademica, spirituale e umana dei seminaristi e sacerdoti delle Chiese poste sotto la propria giurisdizione.

Grazie alla Colletta si è provveduto a devolvere contributi (2.376.167,17 €) ai seminari, alle case di formazione religiosa e istituzioni culturali nei territori di competenza, sostenendo sotto varie forme (borse di studio, tasse universitarie e ogni altra necessità sanitaria) anche a Roma, giovani seminaristi e sacerdoti, religiosi e religiose e, compatibilmente con i fondi disponibili, alcuni laici. Il collegio aperto sei anni fa per ospitare le religiose che provengono da diversi Paesi orientali, accoglie quest’anno 28 consacrate, su un totale di 230 studenti, che beneficiano della borsa di studio, ospiti in tutti i sette collegi di competenza del Dicastero. 

Non va dimenticato il contributo (un milione di euro) al sostentamento del Pontificio Istituto Orientale, istituzione accademica superiore con due facoltà, Scienze ecclesiastiche orientali e Diritto canonico orientale, di cui è Gran cancelliere il prefetto, come pure il sostegno al Comitato per la Collaborazione Culturale che sviluppa la sua attività in ambito ecumenico.  

Riguardo ai sussidi per l’attività scolastica (2.246.597,72 €), sono sostenuti dai proventi della Colletta la diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini, la Custodia francescana, oltre alle altre Chiese e gli Istituti religiosi sono impegnati per la formazione scolastica dei giovani della Terra Santa, e insieme al Segretariato di Solidarietà. 

Una tra le prestigiose fondazioni che assicura la formazione accademica è la Bethlehem University. Quasi 3.300 giovani, musulmani e cristiani, vengono formati intellettualmente e umanamente con la speranza di impegnarsi nella costruzione di un Paese dove regni rispetto reciproco e dove sia preservata la dignità umana. È apprezzabile l’impegno dei Fratelli de La Salle nella conduzione dell’Università.

Infine per quanto riguarda i sussidi ordinari (1.260.615,08 €) e straordinari (107.613,24 €), attinti dalla Colletta di Terra Santa, il Dicastero sostiene le Chiese poste sotto la sua competenza, contribuendo alla vita quotidiana di tutte le Circoscrizioni. Dopo il terremoto del 6 febbraio dell’anno scorso — che ha colpito duramente le regioni nordoccidentali della Siria, con edifici crollati ad Aleppo, Lattakia ed Idlib, come anche le regioni meridionale e centrale della Turchia — la Siria e Turchia si stanno riprendendo. La Conferenza episcopale in collaborazione con la Caritas Turchia ha già avviato alcuni progetti con i contributi ricevuti da vari benefattori, specialmente per la ricostruzione delle abitazioni, restauri delle chiese e case religiose. 

In Siria la situazione è molto più grave, vista la condizione precaria in cui versava il Paese già prima del terremoto. Il Dicastero, in collaborazione con la nunziatura apostolica in Siria, ha fatto un appello per sostenere la popolazione colpita dal terremoto. Il Comitato di Emergenza della Chiesa in Siria ha preparato un progetto a sostegno delle famiglie in difficoltà per affrontare l’inverno nel miglior modo possibile. Le regioni che ne beneficeranno sono quelle di Aleppo e Lattakia. I beneficiari totali del progetto sono circa 7.000 persone e il budget totale è di un milione di  us$  per una durata di 9-12 mesi. Il Dicastero, su richiesta del rappresentante pontificio in Siria, ha finora trasferito seicentomila us$ a questo scopo.  

Lo scoppio della guerra in Gaza, dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso, ha paralizzato la Terra Santa. La mancanza di pellegrini e turisti ha messo in difficoltà migliaia di famiglie. Il Dicastero sta seguendo lo sviluppo della situazione, dimostrando la propria vicinanza attraverso la delegazione apostolica a Gerusalemme, il Patriarcato Latino e la Custodia di Terra Santa. Il Santo Padre ha l’intenzione di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra Santa.