Che cosa sta succedendo in Francia? Grande silenzio tra quanti, come già Simone Veil, pensano che l’aborto sia sempre un «dramma», e che non sono sordi alle sofferenze che genera. Silenzio stordito, stupefatto, di fronte al clamore che proclama a gran voce l’imperiosa necessità d’inscrivere nella Costituzione la libertà delle donne di far ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Profondo smarrimento degli umili che amano la vita e che, senza essere stati consultati, avvertono che c’è qualcosa di anormale in questa inscrizione. Tristezza dinanzi a ciò che appare come un accecamento collettivo, come se prendere tempo per riflettere e valutare le sfide fosse perdere tempo. Imbarazzo di fronte a quanti si vantano che noi siamo la prima nazione a iscrivere questa libertà nella Costituzione.
Ma chi è contro la libertà delle donne? Potessimo tutti essere veramente liberi! Per quanto riguarda l’aborto, le inchieste lo confermano: la povertà materiale e la solitudine affettiva sono fattori che favoriscono il ricorso all’Ivg. Non c’è libertà allora, perché s’impone una sola soluzione. E che ne è della libertà quando le pressioni — a volte di un uomo — gravano su una donna vulnerabile angosciata di fronte alla scelta di tenere il suo bambino o di “evacuarlo”.
Lungi dal vantarsi con orgoglio di essere la prima nazione, la Francia dovrebbe riflettere con umiltà sul suo fallimento: è al primo posto in Europa per numero di aborti: 234.300 nel 2022. Numero che è in crescita del 13,7 per cento rispetto al 2001, mentre è diminuito della metà in Italia con 63.653 casi e di più di un terzo in Germania con 94.596. Se per 1.000 nascite ci sono 119 aborti in Germania e 159 in Italia, in Francia rimangono 300!
Senatori e deputati hanno scelto di approvare che «la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso a una Ivg». La legge stabilirà condizioni che, pur garantendo la libertà delle donne, permetteranno di ridurre il numero di Ivg in Francia? Questa è la vera posta in gioco, infinitamente più urgente del voto del Congresso a Versailles.
I parlamentari avranno la volontà di agire in tal senso? Diverse misure meritano di essere prese in considerazione per impedire le pressioni sulla donna incinta, fornire informazioni obiettive e complete alle donne che vogliono abortire, elaborare una vera educazione dei giovani al rapporto sessuale e affettivo che porta a considerare la bellezza dell’amore tra uomo e donna, presentare la verità dell’Ivg e le alternative possibili, informare sul meraviglioso processo della fecondazione umana e dello sviluppo del feto umano, vietare l’incitazione all’aborto, combattere infine contro la povertà e la solitudine affettiva che spingono ad abortire.
I francesi si aspettano che i parlamentari s’impegnino in tal senso. Secondo un sondaggio dell’Ifop del 2020, l’88 per cento è favorevole al fatto che «i poteri pubblici lancino una vera prevenzione dell’aborto e conducano uno studio per analizzarne le cause, le condizioni e le conseguenze». Il 73 per cento «pensa che la società dovrebbe aiutare maggiormente le donne a evitare il ricorso all’Ivg», in quanto il 92 per cento ritieni che un aborto «lascia segni psicologici difficili da vivere per le donne».
Dunque abbiamo davanti un lavoro serio. Per il bene delle donne! Questa iscrizione nella Costituzione voluta per la causa delle donne non si rivolterà contro di loro? Poiché il ricorso all’Ivg è una libertà costituzionale, si dirà loro che è normale abortire? Ascolteranno consigli, informazioni, che consentiranno loro di scegliere con libertà vera? Questa normalità dell’aborto è tale che in una emittente radio si è sentito delle ostetriche definirlo una «cura».
Comunque sia, la Chiesa rimane attenta alle persone. Accompagna senza giudicarle. Sa che la libertà vera si esercita solo a partire da una informazione chiara, obiettiva e completa. Per accompagnare, la Chiesa si fa serva di questa informazione che non è affatto un’incitazione ma un segno di rispetto per la donna che ha il diritto di sapere.
È urgente che la Chiesa amplifichi la sua azione sociale tra le donne in difficoltà. Che, con coraggio, i cattolici siano creativi per accompagnare con delicatezza e speranza! La fede in Dio invita al massimo rispetto della libertà altrui (della donna come del suo coniuge), aiutando a liberarsi dalle proprie catene, consolando, aprendo i cuori alla bellezza della vita, illuminando il discernimento e suscitando il sostegno fraterno. Questa azione sociale contribuirà a ridurre il numero di Ivg, che resta un attentato alla vita fin dall’inizio, come hanno sottolineato i vescovi in Francia.
La Chiesa promuove la libertà di coscienza, essenziale per la dignità umana. Niente di più normale che preservarla per il personale sanitario! Lo stesso vale per la libertà di espressione. Questa iscrizione nella Costituzione non può limitarla. I parlamentari hanno il compito di preservare queste due libertà fondamentali, a maggior ragione a proposito dell’aborto, che è un argomento serio che merita un dibattito sereno, umile e responsabile.
di Pierre d’Ornellas
Arcivescovo di Rennes e responsabile del Gruppo di lavoro “Bioetica” della Conferenza episcopale francese