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La Santa Sede auspica una moratoria sui droni armati

 La Santa Sede auspica   una moratoria sui droni armati  QUO-054
05 marzo 2024

Ginevra , 5. I conflitti e le divisioni che colpiscono l’umanità non provocano solo distruzione e morte, ma sollevano anche «gravi questione etiche legate al settore degli armamenti»: lo ha ribadito monsignor Ettore Balestrero, nunzio apostolico e osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali a Ginevra. Intervenendo, il 4 marzo, alla riunione del Gruppo di esperti governativi sulle tecnologie emergenti nell’area dei sistemi d’arma autonomi letali (Laws-Lethal Autonomous Weapons Systems), il rappresentante della Santa Sede ha messo in luce «l’urgenza» della questione, accresciuta anche «a causa della diffusione dello sviluppo e dell’uso di droni armati». L’utilizzo di questi armamenti, infatti, «ha portato a una minore percezione della devastazione causata e dell’onere della responsabilità per il loro uso», con il risultato, evidenziato anche da Papa Francesco, di «un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra».

Di per sé, ha osservato monsignor Balestrero, i Laws «non possono essere considerati soggetti moralmente responsabili», poiché «una macchina, per quanto “intelligente”, rimane una macchina» e non ha la capacità di comprendere le conseguenze che comportano le sue azioni. Una macchina, ha aggiunto l’osservatore permanente, è oggetto, non soggetto; pertanto, non può pensare, sentire, decidere o essere ritenuta responsabile delle sue azioni. In questo senso, quindi, «le macchine non possono avere l’ultima parola sugli esseri umani!».

Ciò che è fondamentale, invece, è «garantire una supervisione umana sufficiente, significativa e coerente sui sistemi d’arma dotati di funzioni di intelligenza artificiale»: sono gli esseri umani, infatti, a possedere «una capacità unica di giudizio morale e di decisione etica che non può essere replicata da un complesso insieme di algoritmi».

Di qui, l’appello della Santa Sede, di cui monsignor Balestrero si è fatto interprete, per «la negoziazione di uno strumento giuridicamente vincolante sui Laws e, nel frattempo, per una moratoria immediata sul loro sviluppo o uso». L’importante, ha reiterato l’osservatore permanente presso l’Onu di Ginevra, è che «al centro delle deliberazioni il riferimento fondamentale sia la dignità della persona umana».

Insistendo, poi, sulla «natura fondamentalmente disumana della guerra» e sulla necessità della sua abolizione, monsignor Balestrero ha concluso il suo intervento sottolineando che «lo sviluppo di armi sempre più sofisticate, anche allo scopo di ridurre i danni collaterali, non è una soluzione». Ciò che occorre, piuttosto, è una «conversione a una cultura della pace che ponga i progressi tecnologici al servizio dell’umanità, dello sviluppo umano integrale e del bene comune».