· Città del Vaticano ·

Attentato terroristico in una cappella del villaggio di Essakane nel nord del Burkina Faso

«Morti nella fede»: 15 cattolici uccisi mentre pregavano

A worshipper prays at Ouagadougou?s cathedral on June 12, 2022. (Photo by OLYMPIA DE MAISMONT / AFP) ...
26 febbraio 2024

Ouagadougou , 26. Una scena raccapricciante, già dolorosamente vissuta in altre parti del mondo, dalla Nigeria alle Filippine, dall’Iraq allo Sri Lanka. La comunità cattolica del Burkina Faso è sotto shock per un attacco nel cuore del Sahel, proprio quando nelle stesse ore anche quella musulmana del Paese è stata sanguinosamente colpita.

Il villaggio di Essakane, nel nord della nazione dell’Africa occidentale, è stato preso di mira ieri da un «attentato terroristico» che ha colpito i fedeli cattolici mentre erano riuniti per la preghiera domenicale. A darne notizia è stato il vescovo di Dori, monsignor Laurent Birfuoré Dabiré, con un comunicato firmato dal vicario generale della diocesi, padre Jean-Pierre Sawadogo. Il bilancio provvisorio è di 15 fedeli uccisi e altri due feriti: dodici persone sono morte sul posto, mentre altre tre sono decedute in un centro sanitario della zona per le gravi ferite riportate.

La preghiera della diocesi è per il riposo eterno «di coloro che sono morti nella fede», per la guarigione dei feriti e per la consolazione «dei cuori addolorati». «Preghiamo anche — si legge nella nota — per la conversione di coloro che continuano a seminare morte e desolazione nel nostro Paese», nella speranza, soprattutto in questo tempo quaresimale, di un futuro di «pace e sicurezza» per tutto il Burkina Faso.

Secondo una prima ricostruzione, fornita all’agenzia Fides dal vescovo Dabiré, l’attacco è avvenuto intorno alle 8.30 di mattina: «I jihadisti hanno fatto irruzione nella cappella dov’era in corso la preghiera domenicale sotto la direzione di un catechista», ha riferito. I miliziani «hanno sparato contro gli uomini risparmiando le donne», ha aggiunto. A Essakane negli ultimi anni «sono rimaste poche persone che, in essenza di un sacerdote in pianta stabile, si riuniscono la domenica» per raccogliersi in preghiera: dal 2018 infatti la maggior parte della comunità di fedeli, ha spiegato il presule, è stata «costretta alla fuga» per le violenze dei movimenti jihadisti attivi in tutto il Sahel, che spesso prendono di mira le comunità più isolate e forze di sicurezza.

Gli attacchi perpetrati dai gruppi armati dell’area ieri non hanno risparmiato nemmeno una moschea dell’est del Paese. Diverse decine di fedeli hanno perso la vita in un attacco a Natiaboani, quando un commando è entrato in città nelle prime ore del mattino, aprendo poi il fuoco contro il luogo di culto. «Le vittime erano tutti musulmani, perlopiù uomini che si erano riuniti nella moschea per pregare», ha detto un residente locale all’agenzia Afp.

Il villaggio di Essakane in particolare si trova in quella che è conosciuta come la zona “dei tre confini”: è un’area tra Burkina Faso, Mali e Niger dove operano — in un intreccio di sigle e gruppi criminali — milizie jihadiste legate ad al-Qaeda e al sedicente Stato islamico (Is) e in un contesto di instabilità aggravato da una serie di golpe che, a partire dal 2020, nei tre Paesi ha portato al potere i militari. Il capitano Ibrahim Traoré, leader della giunta militare di Ouagadougou, dopo il colpo di Stato del settembre 2022 ha fatto della lotta ai gruppi jihadisti una priorità. Ma secondo diverse stime circa il 50 per cento del Burkina Faso sfugge al controllo delle autorità.

A fine gennaio Papa Francesco, in occasione della celebrazione dei Secondi Vespri nella solennità della Conversione di San Paolo apostolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, aveva pregato anche per l’«amato popolo» del Burkina Faso: «Possa l’amore al prossimo — aveva detto in chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani — prendere il posto della violenza che affligge il loro Paese».