
21 febbraio 2024
Vivono per le strade di Dakar coperti di polvere e sporcizia, scalzi, vestiti di stracci, chiedono l'elemosina con un barattolo di pomodori vuoto o una ciotola di plastica in mano. E quando il denaro raccolto non è adeguato sono sottoposti a maltrattamenti e abusi fisici. Se non sono per la strada, si rifugiano in edifici abbandonati privi di pareti, pavimento o finestre, tra i rifiuti e le mosche che infestano l’aria, dove dormono stipati a decine trasmettendo infezioni gli uni agli altri. Sono i talibé in Senegal, ovveri gli studenti mandati a vivere e studiare nelle scuole coranicche tradizionali chiamate Daara. La loro situazione è stata stigmatizzata dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (Crc). Il termine talibé nella lingua Wolof significa “discepolo” e si riferisce appunto ai bambini ...
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