· Città del Vaticano ·

La special advisor del presidente statunitense Biden incontra Athletica Vaticana sul tema dell’inclusione

Il diritto delle persone
con disabilità a vivere
la bellezza dello sport

 Il diritto  delle persone con disabilità  a vivere  la bellezza dello sport  QUO-043
21 febbraio 2024

Lo sport è un diritto delle persone con disabilità e può contribuire in modo decisivo a un cambiamento di mentalità per trovare strade e linguaggi inclusivi per tutti. Ecco il punto centrale del “protocollo” di collaborazione sancito con lo stile dell’amicizia — nel pomeriggio di martedì 20 febbraio — durante la visita di Sara Minkara, special advisor del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America per i diritti delle persone con disabilità, nella sede di Athletica Vaticana che ha un suo team paralimpico.

«Lo sport può favorire un cambio della narrazione della disabilità, togliendo di mezzo pietismi e riconoscendo diritti, opportunità e abilità di ciascuno» ha detto Minkara. Trovando piena sintonia nell’esperienza concreta di Athletica Vaticana presentata attraverso le testimonianze di Sara Vargetto, 15 anni, sempre “a tutta” con la sua carrozzina, e Paul Gabriele Weston: l’atleta più giovane e quello meno giovane dell’associazione vaticana.

Sara Minkara, nominata in questo incarico dal presidente Joe Biden, è di origine libanese, è musulmana e non vedente dall’età di 7 anni. È stata nei giorni scorsi a Parigi in vista delle Paralimpiadi (in programma tra il 28 agosto e l’8 settembre) e a Roma ha incontrato il ministro italiano per le disabilità, Alessandra Locatelli, per mettere a punto il primo g7 su disabilità e inclusione, che si terrà tra il 14 e il 16 ottobre in Umbria. Germania e Austria le altre due tappe del suo tour europeo.

L’incontro fa seguito all’iniziativa sportiva inclusiva promossa — tra il 13 e il 17 novembre — dall’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede e Athletica Vaticana con partite di padel che hanno coinvolto due campioni venuti appositamente da Washington; giovani con sindrome di Down e con autismo; studenti sordi dell’Istituto romano “Magarotto”; ospiti della Caritas; ragazzi con disagi sociali che vivono nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca. Il Papa ha ricevuto in udienza i protagonisti del progetto.

E proprio con questo stile sportivo fraterno e inclusivo Athletica Vaticana ha donato a Minkara il testimone della staffetta — simbolo dell’associazione della Santa Sede — firmato da Francesco.

All’incontro ha partecipato anche Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani. «Eventi come quello promosso da Athletica Vaticana — ha sottolineato — aiutano anche i mezzi di comunicazione a prendere maggiore consapevolezza di quanto lo sport possa aiutare a favorire l’inclusione ad ogni livello». Salutando Sara Minkara, Gisotti ha dunque messo l’accento sull’importanza del dialogo interreligioso e interculturale per costruire una società in cui nessuno si senta escluso. «Un impegno per il quale — ha detto — come chiede Papa Francesco, sono particolarmente chiamati a mettersi in gioco i credenti».

Del resto, «l’obiettivo del movimento paralimpico non è soltanto celebrare grandi eventi o distribuire medaglie» ha detto il presidente di Athletica Vaticana, Giampaolo Mattei, nell’incontro con Minkara. «Il punto centrale è dimostrare con i fatti e non solo a parole quello che atleti — pur fortemente feriti nella vita — riescono a raggiungere quando sono messi nelle condizioni di poterlo fare. E se vale per lo sport, tanto più deve valere per la vita sociale». Cambiando così «la percezione della disabilità nella quotidianità di una famiglia, di una scuola, di un posto di lavoro».

Secondo l’associazione vaticana — che ha trovato piena identità di visione con la special advisor del Dipartimento di Stato di Washington — «non solo nello sport — che, però, aiuta per la sua capacità di comunicare e suscitare emozioni — le persone con disabilità vanno messe, proprio per un fatto di giustizia, nelle condizioni di esprimere ciò che possono fare. Creando veramente pari opportunità. Costatando consapevolmente i limiti della disabilità, ma guardando anche l’enorme potenzialità che ciascuno può esprimere. Se ne ha, appunto, la possibilità».