· Città del Vaticano ·

All’Angelus il nuovo appello del Papa

Pace per le popolazioni sfinite dalla guerra

 Pace per le popolazioni sfinite dalla guerra  QUO-041
19 febbraio 2024

«Preghiamo senza stancarci, perché la preghiera è efficace, e chiediamo al Signore il dono di menti e di cuori che si dedichino concretamente alla pace», soprattutto dinanzi al dramma di «popolazioni sfinite» dalla guerra. Un nuovo appello a fermare i conflitti in corso nel mondo è stato lanciato dal Papa al termine dell’Angelus di ieri, 18 febbraio, perché — ha spiegato — «la guerra è una sconfitta, sempre». Dopodiché ha ricordato l’inizio, nello stesso pomeriggio, della settimana di esercizi spirituali suoi e dei collaboratori della Curia, vissuti in modo personale fino a sabato 24. Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, prima della recita della preghiera mariana con i quindicimila fedeli presenti in piazza San Pietro e con quanti lo seguivano attraverso i media, il Pontefice aveva commentato il Vangelo della prima domenica di Quaresima. Ecco la sua meditazione.

Cari fratelli e sorelle,
buongiorno!

Oggi, prima Domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta Gesù tentato nel deserto (cfr. Mc 1, 12-15). Il testo dice: «Nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana». Anche noi in Quaresima siamo invitati a “entrare nel deserto”, cioè nel silenzio, nel mondo interiore, in ascolto del cuore, in contatto con la verità. Nel deserto — aggiunge il Vangelo odierno — Cristo «stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano» (v. 13). Bestie selvatiche e angeli erano la sua compagnia. Ma, in un senso simbolico, sono anche la nostra compagnia: quando entriamo nel deserto interiore, infatti, possiamo incontrarvi bestie selvatiche e angeli.

Bestie selvatiche. In che senso? Nella vita spirituale possiamo pensarle come le passioni disordinate che dividono il cuore, tentando di possederlo. Ci suggestionano, sembrano seducenti ma, se non stiamo attenti, rischiano di sbranarci. Possiamo dare dei nomi a queste “bestie” dell’anima: i vari vizi, la bramosia della ricchezza, che imprigiona nel calcolo e nell’insoddisfazione, la vanità del piacere, che condanna all’inquietudine e alla solitudine, e ancora l’avidità della fama, che genera insicurezza e un continuo bisogno di conferme e di protagonismo — non dimentichiamo queste cose che possiamo incontrare dentro: bramosia, vanità e avidità. Sono come bestie “selvatiche” e come tali vanno ammansite e combattute: altrimenti ci divorano la libertà. E la Quaresima ci aiuta a entrare nel deserto interiore per correggere queste cose.

E poi, nel deserto c’erano gli angeli. Essi sono i messaggeri di Dio, che ci aiutano, ci fanno del bene; infatti la loro caratteristica secondo il Vangelo è il servizio (cfr. v. 13): esattamente il contrario del possesso, tipico delle passioni. Servizio contro possesso. Gli spiriti angelici richiamano i pensieri e i sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo. Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano e ci fanno entrare nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo”. E per cogliere l’ispirazione di Dio, bisogna entrare nel silenzio nella preghiera. E la Quaresima è il tempo per fare questo.

Possiamo domandarci: primo, quali sono le passioni disordinate, le “bestie selvatiche” che si agitano nel mio cuore? Secondo: per permettere alla voce di Dio di parlarmi al cuore e custodirlo nel bene, sto pensando di ritirarmi un po’ nel “deserto”, cerco di dedicare nella giornata qualche spazio per questo?

La Vergine santa, che ha custodito la Parola e non si è lasciata sfiorare dalle tentazioni del maligno, ci aiuti nel cammino della Quaresima

Dopo l’Angelus il vescovo di Roma ha ricordato diversi Paesi teatro di conflitti — dal Sudan al Mozambico, dalla Palestina all’Ucraina —, quindi ha salutato i presenti, tra i quali coltivatori e allevatori italiani, infine ha annunciato l’inizio, nel pomeriggio, degli esercizi spirituali, che si protrarranno fino a sabato prossimo, 24 febbraio.

Cari fratelli e sorelle!

Sono passati ormai dieci mesi dallo scoppio del conflitto armato in Sudan, che ha provocato una gravissima situazione umanitaria. Chiedo di nuovo alle parti belligeranti di fermare questa guerra, che fa tanto male alla gente e al futuro del Paese. Preghiamo perché si trovino presto vie di pace per costruire l’avvenire del caro Sudan.

La violenza contro popolazioni inermi, la distruzione di infrastrutture e l’insicurezza dilagano nuovamente nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la missione cattolica di Nostra Signora d’Africa a Mazeze. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata. E non dimentichiamo tanti altri conflitti che insanguinano il Continente africano e molte parti del mondo: anche l’Europa, la Palestina, l’Ucraina...

Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta, sempre. Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite, sono stanche della guerra, che come sempre è inutile e inconcludente, e porterà solo morte, solo distruzione, e non porterà mai la soluzione dei problemi. Preghiamo invece senza stancarci, perché la preghiera è efficace, e chiediamo al Signore il dono di menti e di cuori che si dedichino concretamente alla pace.

Saluto i fedeli di Roma e di diverse parti d’Italia e del mondo, in particolare i pellegrini provenienti dagli Stati Uniti d’America, le Comunità neocatecumenali di varie parrocchie della Repubblica Ceca, della Slovacchia e della Spagna, gli alunni dell’Istituto “Carolina Coronado” di Almendralejo e l’Associazione di volontariato “Sulle orme dei Servi - verso il mondo”. E saluto i coltivatori e gli allevatori presenti in piazza!

Questo pomeriggio, insieme con i collaboratori della Curia, inizieremo gli Esercizi spirituali. Invito le comunità e i fedeli a dedicare in questo tempo di Quaresima e lungo quest’anno di preparazione al Giubileo, che è “Anno della preghiera”, momenti specifici per raccogliersi alla presenza del Signore.

E a tutti auguro buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.