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Aumentano i flussi migratori verso Algeria e Libia dopo che il Niger ha abrogato la criminalizzazione della tratta. Ma il “corridoio” trans-sahariano si rivela sempre più pericoloso

Deserto mortale

A picture taken from a vehicle and through a window shows a group of migrant men, mainly from Niger ...
19 febbraio 2024

Alla fine, pagano sempre i migranti. Come è accaduto in Niger: travolto da un colpo di Stato a luglio 2023, il Paese africano ha visto salire al potere una giunta militare che, a novembre, ha abrogato una legge relativa alla criminalizzazione del traffico di migranti. Secondo Niamey, la normativa — la 036/2015 — era stata adottata nove anni fa «sotto l’influenza di alcune potenze straniere» e «non teneva conto degli interessi del Niger e dei suoi cittadini».

Ma la cancellazione della legge non è stata priva di conseguenze: secondo un rapporto dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), visionato dall’agenzia Afp, da dicembre dello scorso anno i flussi migratori in transito nel “corridoio” del nord del Niger verso la Libia e l’Algeria sono aumentati in modo significativo, tanto da far registrare una crescita del 50 per cento. E in questa lingua di terra desertica, molti migranti finiscono per rimanere bloccati, sfruttati da gruppi di trafficanti e con un disperato bisogno di assistenza umanitaria.

In aumento anche i migranti in uscita dal Niger, cesciuti del 69 per cento. A livello di nazionalità, l’Oim riscontra una maggioranza di nigerini (pari al 75 per cento) che praticano la cosiddetta “migrazione circolare” tra Niamey e i Paesi del Maghreb in cerca di opportunità economiche. Al contrario, i migranti provenienti da Nigeria, Ciad e Mali — inferiori al 10 per cento — si dirigono verso i confini europei. Per la sua collocazione geografica, infatti, il Niger si trova lungo complesse rotte migratorie e subisce anche le conseguenze delle violenze che interessano i vicini Burkina Faso, Mali e Nigeria, dove si contano centinaia di migliaia di sfollati.

Da ricordare che solo un anno fa, a febbraio 2022, il direttore generale dell’Oim, António Vitorino, e l’Alto Commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, hanno compiuto una visita congiunta di tre giorni in Niger. Al termine del viaggio, entrambi hanno chiesto un maggior sostegno internazionale per aiutare il Paese ad affrontare la sfida delle migrazioni. «La complessità dei movimenti migratori in Niger — ha detto in particolare Vitorino — richiede una risposta olistica che metta al centro il benessere e i diritti umani delle persone, per ridurre le vulnerabilità e fornire assistenza specifica a migranti, richiedenti asilo, rifugiati e sfollati». Di qui, l’appello congiunto di Oim e Unhcr al sostegno umanitario e allo sviluppo del Paese, nonché alla mitigazione del cambiamento climatico, che spinge molte persone ad espatriare. Fondamentale, infine, la promozione della pace, elemento cruciale per raggiungere la stabilità regionale.