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Stato d’emergenza dopo tre anni di scarse piogge. Una situazione gravissima, come testimonia l’emersione dell’antico villaggio di Sant Romà de Sau

Catalogna
Siccità senza precedenti

epa11126754 The Sau reservoir amid the declaration of emergency because of droughts, in Sau, near ...
16 febbraio 2024

Se c’è un luogo che descrive con efficacia la portata epocale della siccità e della crisi idrica in Catalogna, questo è il bacino di Sau. Si tratta di una riserva a circa 90 chilometri da Barcellona, creata negli anni Sessanta proprio per garantire forniture di acqua corrente al capoluogo catalano e ad altri comuni della regione. La riserva, anche se in pieno inverno, è oggi quasi interamente prosciugata: l’acqua al 4 per cento della capienza ha riportato in superficie, per la prima volta dopo 60 anni, parti del vecchio villaggio di Sant Romà de Sau. Prima della grave siccità era l’affiorare del campanile della chiesa, risalente all’xi secolo, a funzionare come “unità di misura” del livello delle acque, mentre ora sono riemerse parti dell’antico villaggio molti metri più in basso.

Il riemergere dell’antico villaggio sommerso di Sant Romà de Sau è sintomo della grave siccità che si protrae in Catalogna a causa di 3 anni di scarse piogge. Lo scorso 2 febbraio la Generalitat catalana ha ufficialmente dichiarato lo stato d’emergenza, unendosi ai 37 comuni di Girona e Tarragona. Nella vita di tutti i giorni i cambiamenti sono ancora contenuti, ma lo scenario potrebbe cambiare a breve complici anche le temperature molto sopra la media: la pressione dei rubinetti nelle case è già stata diminuita, è stata tolta l’acqua nelle docce delle palestre, è stato vietato il lavaggio delle macchine e l’innaffiamento dei parchi pubblici.

Se la Spagna non è nuova al problema della siccità ed è molto all’avanguardia nella creazione di impianti di desalinizzazione — già si pensa di far arrivare acqua in Catalogna attraverso delle navi cisterna, riempite presso una fabbrica di desalinizzazione dell’acqua di mare situata nella regione di Valencia, e si valuta la costruzione di due nuovi siti a Blanes a Cubelles — va detto che si tratta di misure estremamente costose e che, a loro volta, potrebbero avere un impatto negativo sull’ambiente. La storia dell’antico villaggio sommerso è così anche un campanello d’allarme che richiama l’uomo alla necessità di custodire l’acqua, tanto più nel precario contesto dei cambiamenti climatici. Perché, come ricordato più volte da Papa Francesco, «l’acqua non può essere oggetto di sprechi o di abusi ma va preservata a beneficio nostro e delle generazioni future». (valerio palombaro)