· Città del Vaticano ·

La canonizzazione di Mama Antula

Santa della fraternità
e della speranza

 Santa della fraternità  e della  speranza  QUO-038
15 febbraio 2024

La Chiesa ha una nuova santa, e per gli argentini e argentine è la prima donna connazionale a raggiungere gli altari. È María Antonia de Paz y Figueroa: tutti la conosciamo come Mama Antula, laica, missionaria e serva della speranza.

Alla celebrazione della canonizzazione nella basilica di San Pietro, la mattina dell’11 febbraio, ispirandosi al Vangelo della domenica, il Santo Padre ha sottolineato il “tocco” di Gesù e la “guarigione” del lebbroso che lo ha incontrato.

I “lebbrosi” del nostro tempo continuano ad avere bisogno di essere vicini e non di essere “curati a distanza”. Francesco ha sottolineato che il servizio di Mama Antula, la quale annunciava Gesù ai vulnerabili e ai “lebbrosi” del suo tempo, nasce innanzitutto da «una fiamma missionaria basata sulla fiducia nella Provvidenza e sulla perseveranza». Un servizio reso in mezzo alle difficoltà, ai pericoli, alle miserie.

La Parola proclamata in San Pietro è stata una luce per le persone che amano Mama Antula, definita da Francesco «una viandante dello Spirito» che «ha percorso migliaia di chilometri a piedi, attraverso deserti e strade pericolose, per portare Dio. Oggi — ha detto — è per noi un modello di fervore e audacia apostolica».

María Antonia de Paz y Figueroa nacque nell’anno 1730, nella località di Villa Silípica, un’antica encomienda (commenda) indigena nell’attuale provincia di Santiago del Estero. Entrata come laica consacrata nel beaterio dei gesuiti, collaborava agli esercizi spirituali che predicava la Compagnia di Gesù e fin dal primo momento, grazie al suo carisma di comunicazione, fu in grado di aiutare e confortare coloro che cercavano di aprire il loro cuore a Dio. Mentre era impegnata in questo compito venne decretata la soppressione della stessa Compagnia nel 1773. Questa misura spinse lei e le altre donne che la affiancavano in uno stato di profondo abbandono. Mama Antula riuscì a superare questa crisi perseverando nella preghiera e nel servizio ai fratelli. E trasformò la sua missione per essere discepola missionaria, facendo in modo che gli esercizi spirituali non venissero interrotti.

Il suo instancabile pellegrinaggio la portò a fondare, nel 1795, la Santa Casa, che si trova in via Independencia, nel quartiere Constitución di Buenos Aires. Mama Antula iniziò la sua costruzione e visse lì fino al 1799, quando morì. Attualmente questo luogo continua a ospitare ritiri spirituali e persone in cerca di pace e tranquillità. Le spoglie della santa riposano nella basilica di Nuestra Señora de la Piedad, situata nel quartiere Balvanera di Buenos Aires, che d’ora in poi sarà senza dubbio un luogo di pellegrinaggio abituale per i devoti di Mama Antula e per per tutti coloro che vi saranno attirati per chiedere la sua intercessione.

L’espressione “pellegrina della speranza” può essere applicata a Mama Antula a motivo della sua vita dedicata al servizio degli altri e della sua profonda fede in Dio. Nel corso della sua vita, ella ha dimostrato una ferma fiducia nella Provvidenza divina e un’incrollabile speranza nell’amore e nella misericordia di Dio. Sebbene non fosse una religiosa, nel senso che non aveva emesso i voti, Mama Antula fu una figura profondamente spirituale che dedicò la sua vita al servizio di Dio e degli altri.

La sua dimensione di viaggiatrice e missionaria la rende una pioniera della “Chiesa in uscita” promossa da Papa Francesco. Mama Antula ha incarnato nel suo tempo una Chiesa sempre in movimento verso le periferie esistenziali e geografiche, affinché tutti potessero ricevere il messaggio del Vangelo e vivere la loro dignità di figli di Dio.

Come parte della sua missione, fondò una comunità religiosa dedicata all’assistenza dei bisognosi. Questo gesto di carità e di dedizione disinteressata riflette lo spirito della “Chiesa in uscita”, poiché Mama Antula e i suoi discepoli andavano incontro a chi soffriva e consolavano i più vulnerabili.

È commovente vedere questa nuova santa che si è distinta per la sua capacità di relazionarsi e lavorare con persone di ogni estrazione sociale. Nel corso della sua vita, ha dimostrato un profondo impegno a servire gli altri, indipendentemente dalla loro estrazione sociale o economica. Il suo lavoro caritatevole e la sua guida spirituale hanno raggiunto le persone di Buenos Aires e dintorni. Per l’Argentina ferita nella quale viviamo oggi, questa testimonianza diventa fondamentale. Nel suo orizzonte c’erano, come direbbe oggi Papa Francesco, todos, tosos, todos, “tutti, tutti, tutti”.

Mama Antula non discriminava le persone in base al loro stato sociale quando organizzava gli esercizi spirituali, ma vedeva in ogni individuo l’immagine di Dio e si sforzava di servirlo con amore e compassione. Cercava sempre il rinnovamento spirituale di tutti.

Gli insegnamenti di Mama Antula sono incentrati sulla fede, sulla carità e sull’impegno al servizio degli altri. Il suo esempio e la sua opera continuano a essere fonte di ispirazione per gli argentini e le argentine di oggi. Possiamo imparare dalla sua vita e dalla sua eredità di fede incrollabile, dalla compassione, dalla carità inclusiva e dall’impegno per la giustizia sociale.

Mama Antula è legata a una delle devozioni più importanti e profonde del popolo argentino: san Gaetano. Nel 1871, si verificò un’epidemia di febbre gialla che colpì la zona in cui si trova la Casa degli esercizi spirituali, oltre a molti altri luoghi, e fu un segno indelebile per l’epoca, a causa del gran numero di persone colpite e morte. A causa di questa situazione, le suore fondate da Mama Antula decisero di costruire una nuova cappella, una scuola e una casa per ritiri su un terreno donato, che si trovava nella parte occidentale della città, un’area sicura di fronte a una possibile epidemia. A pochi metri dalla fermata della ferrovia “Liniers”, le suore fondarono una cappella, una scuola e una casa di ritiro dedicate al santo della Provvidenza, Gaetano da Thiene. Oggi, ogni 7 del mese, questo luogo raccoglie migliaia di pellegrini che pregano per avere pane e lavoro.

Santa Mama Antula è già un patrimonio della fede della Chiesa universale e del popolo argentino. Donna, laica e instancabile pellegrina per «andare dove Dio non è conosciuto». Una santa dei miracoli, ma soprattutto una santa della fraternità che insegna agli abitanti della della terra argentina che tutti possono vivere insieme alla stessa tavola. Realizzare questo incontro tra i diversi modi di vivere della società di Buenos Aires di allora per raggiungere un obiettivo comune, è il faro che abbiamo oggi per continuare sempre nell’impegno affinché che la nostra patria sia espressione di comunione.

Grazie Papa Francesco per questo dono alla Chiesa universale e alla tua amata Argentina. Chiediamo la sua intercessione affinché in questo tempo di cammino sinodale Mama Antula rinnovi la nostra missione e la nostra permanente ricerca di fraternità.

Prega per noi Mama Antula!

di Máximo Jurcinovic
Direttore dell’Ufficio della comunicazione della Conferenza episcopale argentina