![Pagine di fuoco QUO-038 Pagine di fuoco QUO-038](/content/dam/or/images/it/2024/02/038/varobj23093131obj2035841.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.500.281.jpeg)
«Non leggete il libro di Giobbe o i Profeti, o “L’idiota” di Dostoevskij, se subito dopo intendete tornare alle vostre mode. Lasciateli piuttosto al futuro oppure al silenzio delle biblioteche». È quasi incredibile che a pronunziare queste parole sia stato Lenin; ma diceva una sacrosanta verità. Ci sono alcuni libri che hanno pagine di fuoco, come quelle delle letture di oggi. È come maneggiare ferro rovente, non ci si può non scottare.
Dopo aver letto, per esempio: «Dio è per noi, chi sarà contro di noi?». Non si può continuare la vita come prima, senza un fremito e un sussulto.
Dopo aver letto che Dio chiede ad Abramo di sacrificare l’unico figlio, non si può rimanere come prima. Ma — dobbiamo ammetterlo — anche questa volta abbiamo ascoltato distratti, o sbadigliando, o pensando piuttosto ai nostri affari e ai nostri problemi (o alla partita di calcio che seguirà subito dopo!).
Altro che: «Questi è il mio figlio: ascoltatelo!». Sono cose che non ci dicono più nulla. Ma, allora, dobbiamo cominciare a preoccuparci: perché è segno che la superficialità ci sta annebbiando l’anima.
Dobbiamo ammettere che abbiamo le orecchie piene di rumori e di chiacchiere, la bocca piena di banalità, gli occhi sporcati da immagini brutte e volgari.
E, così, le grandi parole e la bellezza di Cristo trasfigurato le chiudiamo negli scaffali impolverati della biblioteca.
Pietro esclama: «Maestro, è bello per noi stare qui…». Proviamo a pensare: quella verità e quella bellezza ci sono necessarie come il pane!
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 25 febbraio, ii di Quaresima
Prima lettura: Gn 22, 1-2.9a.10-13.15-18;
Salmo: 115;
Seconda lettura: Rm 8, 31b-34;
Vangelo: Mc 9, 2-10.