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Il racconto

La (rivoluzionaria) rivincita della storia

 La (rivoluzionaria) rivincita della storia  QUO-037
14 febbraio 2024

Un cardinale “rivoluzionario” stamani in Aula Paolo vi per testimoniare la rivincita della storia. È proprio un “rivoluzionario” Ernest Simoni che — 95 anni compiuti lo scorso 18 ottobre — è voluto fortissimamente venire a Roma per iniziare la Quaresima con il Papa — oggi pomeriggio sarà all’Aventino per la liturgia delle Ceneri — «in segno di unità e fedeltà».

Per non cedere a compromessi su «unità e fedeltà al Papa» Simoni ha vissuto circa 28 anni — dall’arresto nella notte di Natale 1963 (ma anche prima non sono mancate le angherie) fino al 5 settembre 1990 — in catene nelle prigioni della sua Albania. Dove ha continuato il suo servizio di sacerdote seppure torturato, costretto ai lavori forzati nelle miniere e nelle fogne. E anche condannato a morte.

Papa Francesco, stamani, durante l’udienza generale, ha presentato nuovamente al mondo — restano indimenticabili le sue lacrime in Albania nel 2014, ascoltando le parole di Simoni, e poi la sua scelta di crearlo cardinale nel 2016 — la forza rivoluzionaria e attualissima dei martiri: «Tutti noi abbiamo letto, abbiamo sentito le storie dei primi martiri della Chiesa, che furono tanti» ha detto. «Ma anche oggi — ha aggiunto — ci sono tanti martiri in tutto il mondo... forse più che agli inizi... E oggi mi permetto di salutare in modo speciale un “martire vivente”, il cardinale Simoni». E, ha fatto presente Francesco, oggi «continua a dare testimonianza. E come lui, tanti, tanti, tanti. Adesso ha 95 anni e continua a lavorare per la Chiesa senza scoraggiarsi».

Un cristiano che fa di professione il giornalista per il “quotidiano del Papa” non può che domandarsi come sarebbe stato straordinario intervistare i cristiani dei primi secoli, i martiri che si riunivano di nascosto nelle catacombe.

Nel nostro tempo, ha ricordato Francesco, è un’esperienza possibile: anche stamani, in Aula Paolo vi , ecco la straordinaria opportunità di parlare con un martire. Perché è un dato di fatto che nel nostro tempo, fin nelle pieghe del sanguinoso ’900, i martiri sono tornati.

Il cardinale Ernest Simoni racconta, già con lo sguardo, una storia rivoluzionaria. Non ha — non ha mai avuto — parole di rancore o vendetta per coloro che lo hanno tenuto in catene per 28 anni. Non ha rimpianti per una vita fatta di carcere, stenti, clandestinità, torture. Simoni ha perdonato immediatamente i suoi aguzzini, senza “ma”.

Per questo con la sua rivoluzionaria testimonianza “provoca” senza scappatoie un mondo alle prese con guerre e ingiustizie.

E cosa risponde un martire a un’intervista?

Non ha tempo da perdere in chiacchiere. Va al “dunque”. A «L’Osservatore Romano» stamani il cardinale Simoni ha dichiarato, semplicemente, tre “cose”: «Convertiamo ancora di più i nostri cuori in questo periodo speciale di Quaresima. Annunciamo con tutto noi stessi il Vangelo per la salvezza delle anime. Solo Gesù può donarci la vita eterna e la risurrezione». Esattamente quello che continua a testimoniare, da quasi 68 anni, come sacerdote. Portando nel cuore la memoria delle Eucaristie celebrate clandestinamente in cella. E ringraziando Francesco «con tutto il cuore per le sue parole e il suo omaggio ai martiri della Chiesa d’Albania». Adesso che i violenti sistemi ideologici del primo “Stato ateo al mondo” sono crollati, la testimonianza di un martire condannato e umiliato è veramente la rivincita della storia.

Durante l’udienza Francesco ha poi incontrato bambini e adolescenti ricoverati nel reparto di neuro-oncologia pediatrica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. «Sono i nostri “pazienti speciali”, con la loro vitalità ed energia, a dare forza e speranza a noi medici e ai genitori» confida Maura Massimino che guida questo singolare pellegrinaggio. Valentina e Iacopo, genitori di Alessandro, parlano dell’ospedale come di «una seconda casa, nella quale abbiamo creato legami fortissimi». Hanno un altro figlio, Pietro, «e il terzo è in arrivo». Il segreto per avere la forza di combattere la malattia di un figlio — dicono — è «il senso di famiglia che deve coinvolgere tutti, medici e personale sanitario in testa».

Rinnovando una tradizione che dura da oltre vent’anni, gli alunni delle quinte elementari dell’Istituto primario “Arca” di Legnano, in provincia di Milano, sono venuti a vivere il Mercoledì delle Ceneri con il Papa.

Con il vescovo Ivo Muser, hanno partecipato all’udienza generale circa 1.300 chierichetti — accompagnati da alcuni sacerdoti e responsabili dell’associazione Gioventù cattolica altoatesina — della diocesi di Bolzano-Bressanone.

Erano presenti in Aula Paolo vi un’ottantina di allievi della Scuola Militare “Teulié”, liceo classico e scientifico dell’Esercito italiano con sede a Milano. Nel pomeriggio visiteranno i Musei vaticani.

Particolarmente significativo — proprio nel giorno della “festa degli innamorati” — l’incontro con il Papa per quattro “giovani” coppie che hanno celebrato da poco i 60 anni di vita insieme: i coniugi Casardi, Sili Cavour, Bacis e Bado.

di Fabrizio Peloni