· Città del Vaticano ·

La testimonianza di Mama Antula che sarà canonizzata domani da Francesco

Madre e apostola
a piedi scalzi

 Madre e apostola a piedi scalzi  QUO-034
10 febbraio 2024

Maria Antonia di San Giuseppe fu una religiosa capace di vivere e trasmettere la bellezza della fede attraverso l’esercizio della preghiera: il suo apostolato si contraddistinse per un incessante impegno per la conversione dei peccatori e la salvezza delle anime attraverso la pratica degli esercizi spirituali.

Maria Antonia di San Giuseppe, al secolo Maria Antonia de Paz y Figueroa, nacque nel 1730 a Silipica, Santiago del Estero, allora una giurisdizione sotto la corona spagnola, attuale Repubblica dell’Argentina, in una famiglia patrizia e benestante. Sin da fanciulla fu educata secondo i valori ed i principi cristiani ed entrò ben presto in contatto con la spiritualità ignaziana. Nel 1745 vestì l’abito di “beata” gesuita emettendo i voti privati e, ritiratasi nel cosiddetto locale “Beaterio”, iniziò a condurre un’esistenza comunitaria insieme ad altre sorelle consacrate.

Nel 1767, dopo l’espulsione della Compagnia di Gesù dai territori della corona di Spagna, Maria Antonia maturò l’intenzione di proseguire l’apostolato degli esercizi spirituali, considerati un bene prezioso per le persone di ogni livello sociale. Per tale progetto ricevette il pieno consenso del vescovo e dell’autorità civile.

Il metodo seguito da Maria Antonia risultò essere molto semplice. Ella, infatti, appena arrivava in una città o in un villaggio indicati come sede per gli esercizi, si presentava subito alle diverse autorità per ottenere i relativi permessi. Una volta affissi gli avvisi, si preoccupava di invitare qualche sacerdote zelante e capace di predicare e di cercare un ambiente consono e sufficiente per poter ospitare, per circa una decina di giorni, un centinaio di persone. In queste occasioni, riuscì sempre a reperire tutto il necessario per il mantenimento gratuito dei partecipanti, nonché a risolvere tutti i molteplici problemi logistici che le si presentarono.

I frutti che colse alla fine e alla chiusura di ogni corso furono molteplici: si assistette in molti casi alla riforma dei costumi, ad un profondo cambiamento di vita, all’estirpazione di vizi, alla conversione di molti peccatori, all’abbandono delle vanità del mondo e al miglioramento dello stato sacerdotale e della vita religiosa sia maschile che femminile. Maria Antonia diventò per molti partecipanti ai diversi esercizi spirituali un esempio di umile e spontanea semplicità, capace di edificare attraverso la sua disponibilità e saggezza. Nel 1779, dopo un periodo di pellegrinaggio tra le città del Nord: Jujuy, Salta, Tucumán, Catamarca, La Rioja e Córdoba (5.000 chilometri a piedi), si stabilì nella città di Buenos Aires, dove ben presto ottenne la stima e la fiducia del vescovo, che le concesse diverse e ampie facoltà.

Introdusse la devozione a san Gaetano, attualmente molto diffusa in Argentina dove ogni anno più di un milione di persone partecipa alle feste patronali.

La sua ferma fede, la sua straordinaria speranza e la sua immensa carità verso Dio e verso il suo prossimo resero Maria Antonia un autentico strumento nelle mani del Signore e, attraverso il suo fulgido apostolato, ella segnò in profondità la vita cristiana dell’ambiente. Religiosa convinta ed entusiasta, affrontò con fiducia ogni circostanza della sua esistenza, soprattutto quelle più avverse. Fu amante della preghiera, del sacrificio e della penitenza, al punto che era solita camminare a piedi nudi e indossare il cilicio.

Maria Antonia fu, inoltre, stimata per la sua eccezionale prudenza, dimostrata soprattutto nel chiedere consigli, prima di prendere qualsiasi tipo di decisione, a persone sagge e alle autorità religiose. Grazie alla sua amabilità fu in grado di affratellare le persone ricche con quelle povere senza creare malcontenti. Tutto ciò le procurò la stima di molti benefattori che diedero sostegno alla sua opera.

Tra gli anni 1790 e 1792, si recò fino alle terre dell’attuale Uruguay per poter promuovere e diffondere il suo apostolato. Di ritorno a Buenos Aires, si dedicò alla costruzione di un edificio più ampio dove svolgere le sue attività, realizzando una casa di esercizi spirituali che ancora oggi è in funzione: l’unica di quel periodo ancora esistente è stata riconosciuta come monumento nazionale.

Nei primi giorni del marzo 1799 la serva di Dio si ammalò gravemente. Si spense il 7 marzo 1799, completamente e serenamente abbandonata nelle mani del Signore. Il suo corpo fu sepolto in povertà assoluta nel cimitero accanto alla chiesa della Pietà di Buenos Aires e, in seguito, trasferito all’interno della medesima, dove riposa in un mausoleo oggi meta di pellegrinaggi.

In virtù della fama di santità, fu istruito dal 23 ottobre 1905 al 29 settembre 1906, presso la curia di Buenos Aires, il processo informativo. Dopo aver ottenuto i decreti di introduzione causa, il decreto non culto e il decreto sugli scritti, per alcuni anni è rimasto fermo per diverse circostanze.

Dopo la promulgazione del Codice di Diritto canonico del 1983 e della costituzione apostolica Divinus perfectionis magister di Giovanni Paolo ii, l’iter della causa di beatificazione venne ripreso.

La beatificazione ebbe luogo il 27 agosto 2016 nella città di Santiago del Estero (Argentina).

Papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto del miracolo il 24 ottobre 2023.

Il messaggio che ci lascia la sua testimonianza di santità possiamo evincerlo dalle parole dello stesso Pontefice ai pellegrini argentini ricevuti in udienza ieri, 9 febbraio, che sottolinea: «La carità di Mama Antonia, specialmente nel servizio ai più bisognosi, oggi si impone con grande forza, in una società che corre il rischio di dimenticare che l’individualismo estremo è il virus più difficile da combattere. Un virus che inganna. Ci fa credere che risiede tutto nel fare andare a briglia sciolte le proprie ambizioni... Ella sperimentò quello che Dio vuole da ognuno di noi che possiamo scoprire la nostra chiamata, ognuno secondo il loro stato di vita, qualunque essa sia nel realizzare tutto per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime».

di Silvia Correale