· Città del Vaticano ·

Bailamme

Minuto fiorire di febbraio

 Minuto fiorire di febbraio  QUO-033
09 febbraio 2024

Febbraio è una corsa. È una corsa ovviamente perché mese più breve, anche quando è bisestile come quest’anno, schiacciato tra il freddo gennaio e il promettente, già luminoso, marzo. È il più breve ma perché è il mese “giusto”, con la giusta misura: 28 giorni, 4 settimane, secondo le fasi lunari. Siamo stati noi uomini poi a correggere il tiro e a inventarci i mesi da 30 o 31 giorni, ma questo perché qui, sulla terra, è tutto confuso, approssimativo e i conti non quadrano mai.

E più confuso di febbraio non ce n’è, tra i dodici mesi. È già verso la fine dell’inverno ma non è ancora primavera. Ed è una corsa perché è una febbre, come indica il nome stesso.

Qualcosa ci scuote, come dal letargo, a febbraio, una febbre che prende le ossa e i muscoli e spinge a uscire, di corsa. Il poeta Vincenzo Cardarelli lo definisce “sbarazzino”, perché «Non ha i riposi del grande inverno, / ha le punzecchiature, / i dispetti / di primavera che nasce». Per cui «Dalla bora di febbraio / requie non aspettare. / Questo mese è un ragazzo / fastidioso, irritante / che mette a soqquadro la casa, / rimuove il sangue, annuncia il folle / marzo / periglioso e mutante».

Febbre come malattia, come sofferenza e quindi sensibilità: gli arti intorpiditi dal freddo invernale riprendono vita a febbraio, (ri)sentono di più: «Ogni anno, mentre scopro che Febbraio / è sensitivo e, / per pudore, torbido», canta Ungaretti, «Con minuto fiorire, gialla irrompe / La mimosa».

Il giallo della mimosa è la luce, che a febbraio è solo un lieve bagliore, un barlume che, come un «minuto fiorire», si fa spazio nel buio ancora pesante dell’inverno.

Non è un caso che il mese inizi con la festa della Candelora, della luce, che posta lì a metà della stagione, segna il punto di svolta, il valico tra l’inverno e la primavera. Il 2 febbraio, il giorno divinatorio che predice l’avvento più o meno o precoce del calore primaverile.

Febbraio è il mese sentinella che annuncia l’alba, come profetizzava Isaia: «Sentinella, quanto resta della notte?». /  La sentinella risponde: / «Viene il mattino, poi anche la notte; / se volete domandare, domandate, / convertitevi, venite!» (Isaia 21, 11-12).

È una domanda febbraio e un appello, una chiamata. Tutto questo nel momento in cui «il tempo si è fatto breve» (1 Corinzi 7, 29), tutto questo nella fretta febbrile del mese più corto dell’anno.

di Andrea Monda