· Città del Vaticano ·

All’Angelus il Papa invoca gesti di compassione e coraggio
e chiede di pregare per le popolazioni dei Paesi in guerra

La pace è responsabilità dell’intera famiglia umana

 La pace è responsabilità dell’intera famiglia umana  QUO-029
05 febbraio 2024

Un rinnovato «invito a pregare per la pace, alla quale il mondo tanto anela e che, oggi più che mai, è messa a rischio in molti luoghi». Papa Francesco lo rilancia al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro, ribadendo come non si tratti di «una responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana», per cui esorta: «cooperiamo tutti a costruirla con gesti di compassione e coraggio!». E il suo pensiero va naturalmente alle «popolazioni che soffrono per la guerra», specie «in Ucraina, in Palestina e in Israele».

A ispirarne la riflessione, il Capodanno lunare che sabato 10 febbraio «milioni di famiglie» festeggeranno «in Asia orientale e in diverse parti del mondo». Il vescovo di Roma augura che la ricorrenza «sia occasione per vivere relazioni di affetto e gesti di attenzione, che contribuiscano a creare una società solidale e fraterna, dove ogni persona sia riconosciuta e accolta nella sua inalienabile dignità».

Altra data ricordata da Papa Bergoglio, quella di giovedì 8, «Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta» di esseri umani, che si celebra nella memoria di santa Giuseppina Bakhita, «la suora sudanese che da ragazza era stata schiava. Anche oggi tanti fratelli e sorelle vengono ingannati con false promesse e poi sottoposti a sfruttamenti e abusi», è la denuncia del Pontefice, seguita dall’appello a unirsi «tutti per contrastare» questo «drammatico fenomeno globale».

In precedenza, Francesco aveva commentato come di consueto, il vangelo domenicale (Mc 1, 29-39), parlando della necessità di non essere “cristiani da sacrestia” o “da salotto”, ma portatori della speranza e della guarigione di Dio.

L'Angelus