· Città del Vaticano ·

Luce del mondo

 Luce del mondo  QUO-028
03 febbraio 2024

Centinaia di candele accese, tante quante i religiosi e le religiose presenti nella basilica vaticana in rappresentanza della vasta realtà della vita consacrata. È la luce l’elemento che ha caratterizzato la messa presieduta dal Papa nel pomeriggio di venerdì 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore e Giornata mondiale della vita consacrata, giunta alla xxviii edizione.

Nel tempio avvolto dalla penombra, il Pontefice, con indosso i paramenti liturgici, ha preso posto sotto il Pilone di San Longino. Ha introdotto, quindi, il Rito della benedizione delle candele a cui è seguita la processione introitale. Donne e uomini che hanno scommesso la vita su Cristo, per seguirlo più da vicino attraverso i voti evangelici. Persone di ogni nazionalità, provenienza, lingua e cultura, accomunate dalla stessa passione per Dio e per l’uomo, che si ritrovano ogni anno intorno al vescovo di Roma per festeggiare la loro consacrazione. Dalla suora missionaria che si occupa dei bambini abbandonati, a quella che presta servizio negli ospedali a fianco dei malati terminali o di quelli affetti da patologie infettive e contagiose. Uomini che svolgono il ministero sacerdotale nelle periferie del mondo, dove l’uomo ha svenduto la propria dignità e dove la presenza di Cristo è spesso sconosciuta o contrastata. Persone che hanno coraggio e che non si tirano indietro di fronte alle sfide delle società attuali. Sono come tante fiammelle che rischiarano con la loro luce i volti di tanti fratelli e sorelle sfigurati. Tutte realtà riecheggiate nella preghiera dei fedeli, in cui sono state elevate intenzioni in inglese, per la Chiesa, perché «sia segno e strumento dell’incontro fra Cristo e ogni uomo, portando a tutti l’annuncio di consolazione e di salvezza»; in polacco, per Papa Francesco, i vescovi, i presbiteri e i diaconi, perché «siano sempre illuminati dallo spirito di sapienza e, come Simeone, possano essere testimoni della luce di verità»; in francese, per quanti governano i popoli, affinché «costruiscano un futuro di pace e di giustizia, coltivando tra i popoli un vero sviluppo umano e una fraternità fruttuosa»; in arabo, per i poveri e gli emarginati, perché «possano sentire la sollecitudine di tutta la comunità cristiana, sperimentando la paternità di Dio nella nostra solidarietà»; in portoghese, per le persone consacrate, affinché «siano immagine di una vita buona e, come la profetessa Anna, annuncino Cristo, fonte della vera gioia». Insieme con il Papa hanno concelebrato dieci cardinali, otto presuli e sacerdoti appartenenti a ordini, congregazioni e istituti religiosi. Celebrante all’altare della Confessione il cardinale João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Al momento della consacrazione si sono uniti a lui i cardinali Dominique Mamberti, prefetto del supremo tribunale della Segnatura Apostolica, e Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i vescovi. Tra i presenti, le suore Simona Brambilla e Carmen Ros Nortes, rispettivamente segretaria e sottosegretaria, insieme con gli officiali del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Il servizio di ministranti è stato offerto dagli studenti del Seminario teologico “Monsignor Aurelio Bacciarini” dei Servi della carità. Ha animato la liturgia il coro della Cappella Sistina.