· Città del Vaticano ·

Bailamme

Quell’arroganza
di cui non ci accorgiamo

 Quell’arroganza  di cui  non ci accorgiamo   QUO-027
02 febbraio 2024

Nel suo recente Qualche parola prima dell’apocalisse, Adrien Candiard scrive «I mali del mondo non provocano più la sottomissione, bensì la rivolta. Lungi dal chiedere perdono a Dio dei loro peccati, a Dio ormai gli uomini chiedono il conto». Il senso delle sue parole è chiarissimo: l’umanità ha abbandonato l’atteggiamento di timore davanti a Dio; facendosi scudo della scienza e delle sue scoperte ha invece elaborato una visione del divino che esclude interventi diretti effettuati attraverso la natura, come terremoti e carestie, per punire l’umanità delle sue malefatte o premiare, con la concessione di buoni raccolti e lunga vita, i devoti.

Nella modernità donne e uomini hanno sviluppato una sensibilità nuova nei confronti del sacro, persino più matura, ma forse troppo arrogante. Si pongono di fronte a Dio e gli chiedono conto e ragione di tutto quello che nel Creato sembra loro non funzionare, o funzionare in modo incerto. È una riproposizione in termini moderni della protesta di Giobbe e della questione della teodicea, letteralmente della giustizia divina, comunemente riletto come problema del male, del perché Dio, nella sua onnipotenza e infinita bontà, permetta la sofferenza degli innocenti.

È un modo di rimanere in mezzo al guado, di trasformarsi da bambini beneducati per timore delle punizioni in figli malamente psicanalizzati che rovesciano sui genitori ogni colpa di quanto gli accade. Speriamo di essere all’alba di un giorno nuovo, più consapevole. Capace di un’elaborazione complessa e responsabile del rapporto con Dio, che divenga paritetico nel riconoscimento della sua infinitudine accompagnata dal mostrarsi a donne e uomini attraverso i misteri dell’incarnazione, della croce e dell’eucaristia.

Un Dio soprattutto di misericordia e non solo di giustizia, al quale non chiedere conto di quello che non giudichiamo corretto nell’universo, ma al quale rivolgersi con la preghiera perché ci apra gli occhi e ci aiuti a vivere nel modo migliore e più completo la vita che ci ha donato. 

di Sergio Valzania