· Città del Vaticano ·

I ragazzi dell’Azione cattolica di Roma accanto a Francesco

Alla finestra col Papa
per parlare di pace

 Alla finestra col Papa per parlare di pace  QUO-026
01 febbraio 2024

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito parlare della Carovana della pace organizzata dall’Azione cattolica dei ragazzi (Acr) della diocesi di Roma. Se pensate di essere l’eccezione alla regola, vi basti pensare alle volte in cui al telegiornale o sui quotidiani avete visto al termine dell’Angelus accanto al Santo Padre due bambini che, con un cuore e un coraggio che nessun adulto potrebbe mai avere, leggono al Papa e al mondo intero un messaggio di pace: ecco, quella è solo una piccola parte della Carovana della pace.

Questo appuntamento, ormai diventato tradizione per tantissimi a Roma e non solo, fa scendere in piazza i ragazzi, insieme alle loro famiglie e ai loro educatori, per gridare alla città e al mondo intero il loro desiderio di pace. I più piccoli però non si limitano solo a partecipare alla Carovana della pace ma, con lo stile che è proprio dell’Acr, ne diventano protagonisti e contribuiscono in prima persona a realizzarla.

Questa festa colorata e rumorosa, infatti, non è un evento isolato ma un appuntamento che permette ai ragazzi di mettere in pratica ciò su cui hanno riflettuto durante le attività dell’Acr per tutto il mese di gennaio, che per l’Azione cattolica e per la Chiesa tutta è da sempre legato alla riflessione sulla pace. Come consuetudine il tema della pace e, di conseguenza, le attività svolte in preparazione e durante la Carovana sono declinate con un’accezione legata all’ambientazione del cammino Acr, che quest’anno è la riserva naturale: il collegamento con la cura del creato come gesto di pace nasce quindi quasi spontaneo.

Per la Carovana della pace di quest’anno, che si è svolta domenica scorsa, 28 gennaio, i ragazzi si sono occupati di realizzare striscioni e cartelloni colorati con slogan legati alla salvaguardia dell’ambiente, di preparare delle “bombe” di semi da scambiare fra loro come gesto di pace; due ragazzi hanno presentato l’animazione sul palco in piazza San Pietro e altri due, in rappresentanza di tutti gli altri, sono stati accolti nello studio del Santo Padre per leggere il messaggio di pace scritto insieme agli amici del loro gruppo Acr. I ragazzi hanno inoltre aiutato nelle parrocchie con la raccolta di offerte da destinare alle iniziative di solidarietà promosse in occasione della Carovana della pace. La riflessione fatta nei gruppi si lega sempre a due gesti concreti di carità: uno insieme a tutta l’Azione cattolica italiana, che quest’anno sostiene le iniziative di Legambiente, e uno sul territorio cittadino insieme alla Caritas di Roma, quest’anno il progetto “Io, noi, tutti. La nostra casa è comune”.

Alla Carovana hanno partecipato non solo i ragazzi dell’Acr di Roma ma anche diversi gruppi del catechismo, degli oratori e di associazioni scout provenienti da circa 30 parrocchie romane, gruppi che hanno accolto l’invito — aperto a tutti i ragazzi — a manifestare insieme, uniti da un sogno comune. A loro si sono aggiunti anche i ragazzi dell’Acr di Molfetta che, replicando l’impresa dello scorso anno, sono partiti nottetempo per arrivare puntualissimi alla partenza del corteo, e l’Azione cattolica di Latina, che con 13 pullman strapieni di ragazzi, giovani e adulti, ha raggiunto Roma per festeggiare insieme.

La giornata è iniziata ai giardini di Castel Sant’Angelo da dove è partito il corteo che ha sfilato lungo le vie della città per arrivare fino a piazza San Pietro. Per tutto il tragitto i ragazzi hanno cantato e urlato slogan come «Le uniche bombe che noi vogliamo son quelle ripiene di cioccolato» e «Semo ragazzi fatti cor pennello e tanta pace noi volemo fa», hanno giocato imitando gli animali della riserva naturale e corso sotto un gigantesco striscione di pace, la cosiddetta bandierona che da anni conclude il percorso del corteo. Arrivati in piazza, sono stati accolti dall’Acr band che ha animato la mattinata insieme ai giochi guidati dai giovani presentatori. Sul palco anche alcuni ospiti: monsignor Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma, e Annamaria Bongio e Maurizio Tibaldi, responsabile e vice-responsabile nazionale dell’Azione cattolica dei ragazzi, insieme all’assistente centrale Acr, don Francesco Marrapodi, che hanno portato il saluto di tutti i ragazzi che anche nelle altre diocesi stanno partecipando in questi giorni alle rispettive feste della pace.

All’approssimarsi delle 12 si è intensificato l’entusiasmo degli oltre 2200 partecipanti che, insieme agli altri fedeli in piazza, hanno iniziato a chiamare il Santo Padre: un coro festoso che è riecheggiato forte fino alle finestre dello studio del Pontefice, il quale ha recitato la preghiera dell’Angelus prima di accogliere accanto a sé gli emozionatissimi Ginevra e Paolo. «Avete visto che i giovani, i bambini dell’Azione cattolica sono bravi! Coraggio!» ha commentato al termine della lettura del messaggio, generando un boato di gioia ed emozione non solo fra i presenti in piazza ma anche nei cuori di quanti in tutta Italia fanno parte dell’associazione e hanno seguito l’Angelus a distanza.

I ragazzi hanno donato al pontefice tre segni: una pianta d’ulivo, simbolo di pace, piccola come i bambini dell’Acr e che, come loro, con l’aiuto di chi se ne prende cura, potrà dare molto frutto; una “bomba” di semi, come quelle scambiate in piazza fra tutti i partecipanti alla Carovana, come gesto per associare a un termine solitamente legato alla guerra uno strumento che invece genera vita e speranza; e, infine, una borsa di tela, con sopra uno degli slogan di pace cantati in corteo, come segno che già nel quotidiano ciascuno può avere cura del creato.

Dopo l’Angelus la festa si è spostata alla parrocchia di San Gregorio vii dove i ragazzi hanno pranzato e giocato ancora insieme, prima della messa presieduta dal vescovo Ricciardi.

La Carovana della pace è una tradizione che va avanti da 45 anni e che ogni volta lascia ricordi significativi nei cuori di chi partecipa non solo da ragazzo, ma anche da educatore, volontario, accompagnatore o organizzatore: aiutare i più piccoli a far sentire con forza un messaggio così importante educa anche tutti noi, giovani e adulti, ad una cultura della pace che i bambini per primi ci insegnano come rendere possibile.

di Marilena Pintagro
Responsabile diocesana dell’Acr di Roma