· Città del Vaticano ·

Mamma, perché sei emozionata?

 Mamma, perché sei emozionata?  ODS-018
03 febbraio 2024

Perché portare un bimbo di 7 anni dal Papa? Perché portarlo insieme a persone che vede dormire in strada o chiedere l’elemosina? È una domanda che mi sono posta. La risposta è che nel cuore ho un desiderio: che cresca libero, senza pregiudizi e che indossi occhiali che si fissino sul dolore degli altri, che non scappi di fronte alla sofferenza, ma abbia la capacità
di “com-patire”, patire con.

Allora è bene cominciare presto, che senta vicino Paolo come Alessandro, che non abbia paura della diversità.

Volevo donargli questa esperienza che magari un giorno ricorderà perché si è alzato presto, ha avuto freddo mentre aspettavamo di entrare nel Palazzo apostolico o per le scarpe troppo grandi che l’ho costretto a mettere perché tutte le altre, poche in realtà, erano sporche e troppo malandate.

La sera prima abbiamo passato l’UniPosca bianco su alcuni punti rovinati dai calci che ama dare al pallone e perché non ho avuto il tempo per comprarle nuove. Abbiamo scritto una dedica al Papa per la foto che gli abbiamo donato e che lo ritraeva felice in Piazza San Pietro con «L’Osservatore di Strada» sotto braccio.

Insieme abbiamo anche confezionato un pacchetto con le presine di Anna che aveva regalato a me e a Piero per ringraziarci per un articolo a lei dedicato. Lei era felice quando le ho raccontato di aver fatto dono al Papa del suo lavoro, di aver brevemente spiegato la sua storia di giornalista finita in strada e poi aiutata dalla Chiesa a risalire la china, del suo impegno in un’associazione che fa cultura e che lei frequenta pur essendo malata.

«Sono emozionata», ho detto al mio bambino mentre ci stavamo avvicinando al Papa. «E perché mamma? Io non lo sono». Sono bastate queste frasi per tranquillizzarmi: avevo paura di incepparmi nel raccontare quello che volevo raccontare a Francesco.

È timido il mio bimbo eppure riesce
a mostrare una sicurezza che credo
in cuor suo abbia. Ha risposto alle
domande del Papa che gli chiedeva se andava bene a scuola. Non ha distolto lo sguardo da lui quando gli ha sorriso perché lo ha visto nelle vesti di “strillone”.

«Già finito?», «Sì, è stato breve come incontro, vero? Caloroso, quasi in famiglia». «Sì, sì vero». E poi è scappato perché nello scendere
le scale, accanto alla guardia svizzera, voleva essere il primo, poi si è rifiutato di fare una foto vicino
al bellissimo albero di Natale che era collocato nel cortile di San Damaso.

Le madri gettano semi nel cuore
dei figli, ne sono convinta, spero di averlo fatto anche in questa occasione così profondamente vera.

di Benedetta Capelli